Emilio Notte. La vita e le opere passate in rassegna, di Pierpaolo Faggiano
Dopo il sito web, ricco di aneddoti e testimonianze sulla vita, realizzato su iniziativa dell’Amministrazione Federico, il libro.
Esce in questi giorni, edito da Manni, Emilio Notte. La vita, le opere, prima biografia ufficiale che cerca di mettere ordine nella vita artistica e culturale del pittore Emilio Notte, curata dal figlio Riccardo. Un’operazione che si inserisce in un processo più ampio di valorizzazione del celebre pittore futurista (ma inserirlo solo in questo filone è riduttivo, come si evince dalla lettura del libro), come si sa nato a Ceglie ne l 1891 e molto legato alla cittadina messapica (tanto da farle dono di dieci opere, oggi collocate nella Pinacoteca che porta il suo nome).
«Affrontare una biografia pone sempre alcuni problemi al suo estensore – spiega l’autore, docente di Antropologia culturale presso l’Accademia di Brera -. Ogni profilo è frutto di interpretazioni, di punti di vista, anche perché l’orizzonte temporale del biografo è inevitabilmente diverso dall’oggetto della sua indagine. Nel caso in cui l’estensore sia anche figlio del biografato possono sorgere ulteriori inconvenienti. C’è il rischio di cadere nell’aneddotica, emozioni e ricordi possono deviare in situazioni impervie a danno dei fatti essenziali che devono guidare la ricostruzione storica. Perciò si è dato spazio soprattutto ai documenti che, nel caso dell’artista, sono costituiti in primo luogo dalle opere, ma anche dalle testimonianze e dai materiali d’archivio».
La stesura del libro ha richiesto un paio di mesi, ma la preparazione è frutto di circa vent’anni di ricerche.
Ricerche difficili e laboriose, durante le quali l’ostacolo principale – asserisce Notte – è stato proprio il padre che «associava alla manifesta caricatura artistica una inspiegabile “leggerezza” caratteriale nel senso che egli tendeva a non credere nella memoria storica, e meno che mai nella notorietà, almeno nell’accezione che noi oggi, immersi da cinque secoli nella civiltà della stampa e da vari millenni in quelli della scrittura attribuiamo alla parola “memoria”».
Notte conservava poco o niente delle cose che lo riguardavano (articoli di giornale o cataloghi delle mostre cui partecipava), vezzo che ha reso difficile (ma non impossibile) ricostruire la sua carriera. Diviso in 11 capitoli, il libro ha il pregio di collocare il maestro fra i grandi pittori del ’900, affascinato, si diceva, solo in parte dal movimento futurista.
Man mano che negli anni Venti il Futurismo andava attenuando l’impeto degli anni della Grande Guerra, e la pittura italiana andava rinunciando in parte alle sue istanze di avanguardismo, Emilio Notte rielaborava le sue linee espressive, un po’ facendo tesoro delle tendenze che man mano si susseguivano (cubismo, espressionismo tedesco ecc…) ma anche mediando con qualche rilettura dell’impressionismo francese.
Un’opera, questa fresca di stampa, che certamente indurrà riflessioni e contribuirà a conoscere meglio la pittura italiana del «secolo breve».