Roberto Barbolini, Sade in drogheria

12-05-2009
Il re dei libertini, di Antonio Carnevale

È francese, viaggia in incognito, si ferma una notte sola. È Donatien Alphonse François de Sade, il Divin marchese. Che Roberto Barbolni, nel volumetto Sade in drogheria (Manni editore), tallona da vicino durante un dissoluto soggiorno in Italia.
“Domani partirà per Firenze. Neanche il tempo di lasciare i bagagli all’albergo e già s’è messo in caccia”. Il servo La Jeunesse sa che “anche stasera dovrà procurare al suo padrone un po’ di divertimento”. E il suo divertimento, come è noto, ha un vocabolario più che vario, fatto di fruste, lacrime, suppliche, tremiti e gemiti - almeno per citare gli svaghi più innocenti. I meno innocenti, invece, sono quelli che l’hanno indotto a fuggire dalla Francia, per scampare a chi - come la suocera - lo vorrebbe volentieri sulla forca.
Così seguiamo il re dei libertini mentre vaga per gli antichi domini estensi in cerca di sollazzi, tra la Drogheria Giusti di Modena e vari bordelli della zona.
La narrazione instilla un dubbio: può il passaggio, pur brevissimo, di Sade in quelle zone aver gettato anche un seme nel tempo? La risposta è in un grido che parte da uno schiocco di frusta del marchese e arriva ai giorni nostri, sulla scia di un fatto di sangue accaduto proprio davanti alla Drogheria Giusti di Modena. Giocando col tempo c’è spazio anche per una capatina negli anni Settanta: fra indiani metropolitani, radio Alice, i poeti d’avanguardia e un ragazzo di Correggio che si chiamava Pier Vittorio Tondelli. Mentre ai giorni nostri, tra un corteo del gay pride e un plotone di naziskin che procede al grido di “A morte i culattoni!”, fa la sua comparsa nientemeno che il professor Theodor Wiesengrund Adorno. Proverà lui a spiegare il nesso tra il Divin marchese, gli scambisti d’un club privé e “gli scimuniti da stadio”.
Su e giù nei secoli e lungo le rive del fiume Enza, il viaggio procede rapido come l’inquieta frenesia del libertino. E in meno di trenta pagine Barbolini trova un modo divertente - con attori d’eccezione - per mettere in scena l’eterno equivoco del piacere, sempre in bilico tra immaginazione e realtà.
Sade in drogheria è uno dei sedici titoli che fin’ora Manni ha pubblicato nella nuova collana “Chicchi”, dedicata a quelle opere - come spiega l’editore - “che i grandi autori non consegnavano ai loro abituali editori perché troppo brevi o speciali”. Copertina rossa o nera, formato da taschino (11 cm per 16,5) e una trentina di pagine per volumetto (prezzo fisso di 5 euro) per confezionare piccoli cammei come quello di Raffaele La Capria, con il suo Amori: rapida inchiesta sulle tante facce con cui l’amore si presenta nelle diverse età della vita. E di Dario Voltolini con Fabio, kafkiano vagabondaggio del protagonista alle prese con una strana e repellente creatura che si rivelerà infine assai familiare. Pronti per le stampe sono invece La passeggiata, di Beppe Sebaste, surreale ricognizione di volti e stati d’animo all’ombra della Tour Eiffel. E Per più amore, di Paolo Di Stefano, tragicommedia in cui si mischiano dolore, amore e morte. Entrambi in uscita il prossimo giugno.