Rosanna Iorizzo, Apri gli occhi

09-11-2010
Intervista di Claudia Romano

Una vita tranquilla quella di Lucia, forse fin troppo. Impiegata bancaria, fidanzatissima con un ragazzo, Andrea, che la ama e convive con lei. La sua migliore amica Claudia, lesbica con una storia in crisi, la accompagnerà in un percorso nato tutto da un sogno.
Un sogno che turba e destabilizza: Lucia che si vede far all’amore con un’altra persona, una donna.
Un sogno che le farà aprire gli occhi e guardare il mondo al femminile con uno sguardo diverso. Un sogno che la porterà a farsi tante domande ed a interrompere un rapporto che forse non le soddisfaceva più, per riuscire a capire cos’è che vuole veramente.
Rosanna Iorizzo, classe 1970 è nata a Bari e lavora come ingegnere meccanico in una multinazionale di Ricerca e Sviluppo.

Come mai la scelta di intitolare il romanzo “Apri gli occhi”?
"apri gli occhi" è un'esortazione con più valenze:
1. aprili, perché devi svegliarti per affrontare un'altra giornata.
2. aprili su una nuova realtà, una nuova dimensione. Insomma: prendi coscienza di quello che sei realmente.
3. e un'ultima interpretazione: da noi, a bari, si dice "apri l'ecchie" per dire "stai in campana, non fare sciocchezze". È un consiglio che si dà sempre quando ci si imbatte in una nuova impresa. E in questo caso è d'obbligo, visto che l'impresa di Lucia è decisamente impegnativa...!

Fino a che punto Lucia riesce a realizzare il suo sogno?
Qui l'interpretazione è tutta del lettore. Credo di aver lasciato la piena autonomia sulla scelta del finale "preferito"... chi vuole che Lucia realizzi finalmente il suo sogno crederà che l'ultimo capitolo ne è la coronazione. Chi è più "disincantato" penserà che Lucia si ritrova al punto di partenza, come un cane che si morde al coda. Cosa ho pensato io mentre scrivevo? Purtroppo non credo nei sogni che si realizzano... per me il libro è l'intero sogno di Lucia. Quindi il sogno si realizza, ma... solo in sogno.

Cos’è che non funziona nel rapporto di Lucia con Andrea?
Lucia ha intuito di non amare più Andrea, ma non riesce ad accettare questa realtà. Lucia è una donna insoddisfatta di sé. Non si piace, non si apprezza. È piena di paure, tra cui quella della solitudine. È per questa paura, la più grande, che non riesce a chiudere il rapporto con Andrea. Trascina la convivenza in uno stillicidio, che a tratti riconosce e la mortifica di più. Ma ci sono leggerezze anche dall'altra parte: Andrea commette l'errore di sottovalutare i comportamenti della sua donna, accecato dall'amore che prova per lei. Insomma, i due non sono più una coppia. Piuttosto due soli che stanno insieme

Secondo lei, Lucia rappresenta lo stereotipo della “etero curiosa”?
Assolutamente no. Lucia ha tanti difetti, ma è genuina. Le sue pulsioni sono sincere, oneste. Le donne in cui si imbatte le suscitano delle emozioni forti, quelle che le mancano da tanto tempo. E per provarle (finalmente!), è disposta a mettersi in gioco, investendo le sue risorse. Piuttosto che
curiosa, Lucia è bisognosa di conferme. Deve sapere che qualcuno (che non sia solo il suo Andrea) la trova attraente e almeno un po' interessante. Alla fine non conta molto se questo qualcuno sia uomo o donna. Ovviamente si interroga sulla propria sessualità, ma solo perché non ha mai fatto l'amore con una donna e teme di non sapersi gestire.

Qual è il libro che consiglieresti a un giovane che ha scoperto da poco la sua omosessualità e cerca di capire se stesso?
Non sembrerà attinente alla domanda specifica, ma consiglierei "1984" di Orwell. Magari non può aiutare a capire se stessi se si è scoperta la propria omosessualità, ma decisamente fa capire l'orrore di una società in cui l'omologazione e la repressione dei sentimenti sono leggi imposte. Persino l'amore è "contro il regime". Le due persone che nel romanzo si innamorano, devono nascondersi, amarsi furtivamente in un rifugio squallido (come avviene per tante coppie omosessuali ancora oggi...) Ecco, se guardiamo a una società di questo tipo, penso che l'impulso di combattere per vivere una realtà diversa diventi un obbligo morale e una naturale reazione contro ogni forma di costrizione. Chi scopre di essere omosessuale non deve temere di esternare i propri sentimenti, impulsi, desideri. Perché in agguato c'è l'orrore del "1984"!