In diciotto interviste una riflessione sulle biografie dei grandi, di Aurora Cacopardo
Il benemerito istituto di Palazzo Serra di Cassano, oltre a vantare una straordinaria tradizione letteraria, storica e filosofica, ha sempre ospitato, nelle sue belle sale, manifestazioni di grande interesse e spessore culturale. Così è stato la scorsa settimana durante la presentazione del libro della scrittrice Rosemary Jadicicco, Interviste dal passato. L’ambasciatore Pisani Massa Mormile ha sottolineato quanto il libro lo avesse interessato e coinvolto e come esso offra numerosi spunti di riflessione su un tema complesso qual è la storia, con grandi eventi e grandi uomini. I dialoghi che l’autrice intrattiene con protagonisti di eventi, quindi, sono temi che non possono essere considerati solo come una mera dissertazione teorica. L’attrice Anna Maria Ackerman ha suscitato emozione tra il pubblico leggendo con grande talento passi tratti dal libro, accompagnata dal virtuoso violino del maestro Luca Gaeta. Ha concluso la presentazione una dissertazione puntuale e critica di Ermanno Corsi. Le diciotto microbiografie che compongono il libro della Jadicicco appaiono come colorate girandole proiettate da fuochi d’artificio. Sono capitoli brevi da sembrare quasi lampi, che di volta in volta svelano una parte di mondo illuminando segmenti di un tema sterminato: il passato. L’incontro e il colloquio con i grandi si trasforma in una sorta di metaracconto i cui protagonsiti storici o letterari si animano, prendono forma e si trasformano in uomini in cane e ossa. Vi troveremo i celebrati Platone e Mozart, i poco conosciuti Giambattista Marino e Gianlorenzo Bernini, i decisivi ma non riconosciuti come tali Gioacchino Murat e Louis XIV, gli esemplari per vizi e virtù Tiberio, Vespasiano, Napoleone Bonaparte e vi troveremo anche Matilde Serao e Michelangelo Buonarroti. Ciò che si coglie nel libro è la sua capacità di evocare risonanze, sollevare l’impressione del ricordo di esperienze fatte da qualche parte e chissà quando. Leggere un libro è un po’ compiere un viaggio nuovo, imprevisto. L’autrice lo fa ponendo in evidenza rappresentazione di fatti storici e percezione dell’immaginario. Grazie a Interviste dal passato, si ha l’impressione che il mondo si sia fermato per scrivere la sua eterna memoria, fissando i fatti narrati in una specie di paradigma oltre lo spazio e il tempo.