Le percezioni variabili spia di fragilità
Undici racconti sospesi come tableaux vivants ad un impercettibile filo narrativo e cantilenati "senza alzare la voce", come davanti ad un quieto focolare domestico. Sotto le braci però covano umori, nostalgie, ire, mortificazioni, dolori, in un crogiuolo dove gli oggetti come le persone patiscono stanchezze e tensioni. A narrare è un io che stempera tutto in "percezioni variabili", dosate, con sguardo onniscente che non nasconde la pietas, in un compiuto succedersi di sfumature cromatiche e olfattive, da Silvia Bortoli, veneziana di nascita, napoletana d'adozione, scrittrice, poetessa e traduttrice.