Sollevazioni

05-07-2012

Sollevazioni contro la crisi, di Alberto Sebastiani
 

Libri contro la crisi, per uscirne con una “sollevazione”. Da qui prende il nome la collana dell’editore manni curata Carlo Formenti e Franco Berardi, Bifo. Tre i libri usciti finora La Sollevazione di Bifo, La rivoluzione che viene di David Graeber e Come si fa di Valerio Monteventi e Bifo. I due erano insieme anche da Bartleby, mercoledì sera, per ragionare sul perché di questa collana. Che, a dire il vero, sembra non andare più a genio a Bifo, mentre per Monteventi continua ad avere un valore importante.
Non sono tanti all’incontro, c’è caldo, ma questo non scoraggia i due relatori, che entrano subito nel vivo della questione. Perché questa collana? Perché “sollevazione” e non “rivoluzione”, ad esempio? «Perché i modelli di trasformazione del ‘900, rivoluzionari, non hanno più senso – spiega Bifo – Le esplosioni avvenute negli ultimi tempi non sono rivoluzionarie ma rivolte dei corpi, e la collana nasce proprio sull’onda delle sollevazioni del 2010 e 2011», cioè la primavera araba, le sollevazioni studentesche a Londra, gli Indignados spagnoli, il movimento Occupy. Ma è molto critico, ora: «tutto sembrava sollevarsi, ma qui in realtà non si solleva niente!»
Le considerazioni di Bifo sono critiche: «forse quel ciclo si è esaurito, forse la società è incapace di reagire. A ben vedere, il fronte del lavoro è fragilizzato dalla precarietà, l’azione è inefficace, il movimento stesso si è dimostrato in ritardo sulla questione europea, sull’azione del capitale in Europa. Forse non sappiamo nemmeno con cosa abbiamo a che fare. E se per metafora vogliamo parlare di “cervello capitalistico”, mi sembra nemmeno lui sappia che fare. È una macchina senza pilota».
La questione Europa è la questione della finanza, che riguarda tutti. Bifo è in attesa «di una pensione il cui arrivo dipende da situazioni finanziarie che stanno cooptando energie sociali in un processo autodistruttivo. Il fatto è che abbiamo perso la capacità di vedere il nemico. Il vertice di Bruxelles di oggi è la ripetizione di quello di dicembre, con i finanziamenti per le banche e qualche citazione di “crescita” in più. Ma il problema non è lavorare di più, ma per cosa! Marchionne dice che c’è una Fiat di troppo in Italia, ma forse sono molte di più… chi può comprare macchine oggi?»
Ed ecco il senso della collana: «questi libri tentano di andare sulla questione del “allora come si fa?”, non del “che fare?”. In fondo è un aprire le braccia sbigottiti. Il libro Come si fa propone anche soluzioni: il suicidio, ad esempio», ma qui Monteventi non ci sta, e scoppia a ridere. «Sì – insiste Bifo – I suicidi scompaiono dai giornali ma crescono. L’atto del suicidio comprende l’esaurimento del futuro, ma l’esaurimento può aprire a destini felici. Vedremo. C’è uno spazio tecnologico e la questione del denaro, che comincia a diventare un pericolo ma non sappiamo come sostituirlo».
Per Monteventi la questione è invece più legata all’agire immediato. «Monti ha creato un tasso disoccupazione altissimo, e ci dicono che se non agiamo così è il disastro, ma è già il disastro! In Come si fa partiamo dall’esperienza Argentina e vediamo come dalla crisi sono nate importanti forme di solidarietà sociale e prospettive di vita diverse. Se non si trovano quelle, restano solo le guerre tra poveri. L’hanno capito quelli di Occupy e i Campados. Dobbiamo dare risposte di tipo collettivo, come il mutuo soccorso», e fa un esempio concreto: «oggi al Vag61 abbiamo fatto la presentazione di Condominio Sabatucci, progetto promosso dagli operatori del dormitorio Beltrame e da realtà della stessa zona come Oltre, Fucine Vulcaniche, Sensiesegni, Universo, Naufragi, Avvocato di strada, Acqauablu e Vag61. Un progetto di recupero di aree inutilizzate della struttura di via Sabatucci, per attività con gli utenti del dormitorio e gli abitanti del quartiere. Per ora siamo partiti da un piccolo orto e una palestra». Ma sono partiti.