Passioni antiche e contrarie, di Alessandra Guareschi
Questa raccolta è per chi si sente una donna, e per chi si sente un uomo. A sentir “scorrere l’olio / dentro le vecchie vene / degli ulivi d’argento”, a ricordare che “le case erano basse / intonacate a calce; / bianche, rosa e turchine” si avverte un’eco femminile di Bodini. Tra endecasillabi e settenari talvolta nascono le rime, che confondono il tempo “come in un presentimento d’un futuro passato, / gravido d’un evento / mille volte accaduto”. Traboccano amori antichi dai versi sciolti in cui “un biondo occhi azzurri e un bruno saraceno” si baciano in segreto “col benigno consenso / di Dei mediterranei”.
Ai componimenti di Giò seguono quelli di Willy Vaira, “uomo di Langa”, che vive e lavora a Torino e per il quale la moda, la musica e la scrittura “non sono soltanto passioni”. Proseguendo nella lettura, il gioco dei contrari si trasforma lentamente in un gioco di specchi. Nelle Langhe la forza della terra e della vegetazione sono le stesse che Stajano racconta per il Salento: “vecchie vigne abbarbicate / a seni irti di colline”. Il passato, sfocato, si proietta nel futuro: “Dov’è finito quel tempo / che giocavo le nuvole, / inseguendo orizzonti / e spazi infiniti”. Il maschile e il femminile perdono un po’ del loro valore, se non si mescolano: “A qualcuno non basta una donna, / per sentirsi felice e completo, / come non basta un’idea / per fare un duello col sole”.
Voci della vita vissuta a fondo si tramutano nelle prime impressioni, infantili, di creature candide; rintocchi di consonanti segnano parole spogliate da ogni aggressività, disarmate e inesorabili. Voci profonde si esercitano all’amore con il ricordo, con nuovi occhi in cui l’immaturità si rigenera nel desiderio di nuova esperienza.