Gli strappi di Anibaldi, di Aldo Chiarle
Per i tipi della casa editrice Manni di San Cesareo di Lecce è stato recentemente edito Strappi, un bel libro di poesie di Luigi Anibaldi. L’autore non è nuovo nel campo della cultura, della letteratura e della poesia: nato a Roma, dove risiede, due lauree, una in medicina e chirurgia e l’altra in filosofia teoretica, ha al suo attivo numerosi saggi e due libri di poesia, editi nel 1970 dall’editore Rebellato, che hanno riscosso numerosi successi di critica e di grande pubblico.
Come giustamente scrive, in copertina, il critico Pietro Cataldi, “questa poesia aspira alla conoscenza del mondo con un assetto che pare innanzi tutto descrittivo, ma che tende poi a risolversi, nei momenti più felici, in una grande facoltà di conoscere e dichiarare i valori della vita universale, secondo un tentativo di sfida al pessimismo e alla introversione depressiva”; ma che poi esplode con grandi certezze, a partire da relazioni umane, da apparizioni luminose del mondo naturale, dal brillare incoraggiante del pensiero e della pratica stessa della poesia. E la poesia di Anibaldi si attaglia magistralmente a questa definizione, perché ogni sua parola, ogni suo verso, rappresentano un reale sentimento ed uno stato d’animo di potenza eccezionale, come solo riesce ad avere e a comunicare, chi scrive sull’onda di un vero e grande sentimento. Un bel libro da leggere, rileggere e conservare.