Tilde Pomes, Amore scarno

25-03-2014

La forza di Sara, di Marzia Giosa

Era da diverso tempo che cercavo un testo che mi prendesse psicologicamente ed emotivamente e appena ho iniziato a leggere le prime pagine di questo romanzo, Amore scarno, scritto meravigliosamente da Tilde Pomes, non facevo che cercare un po’ di tempo da strappare alle giornate piene per potermene gustare la lettura.
La storia è ambientata a Ostuni nel secondo dopoguerra, e più precisamente negli anni ’50-’60, ma di fatto non soffre della distanza temporale con l’odierno perché tratta di temi importanti a cui ultimamente si dà più voce, come ad esempio la violenza domestica, l’anoressia, la riflessione sui ruoli genitoriali… Quello che leggerete vi sconvolgerà senza entrare mai nei dettagli; vi catapulterà, come è successo a me, nella vita di Sara, una ragazzina costretta a vivere tra la violenza insensata e ingiustificata di don Umberto, suo padre (se così possiamo chiamarlo) e il disinteresse di donna Elvira, la madre, che è più legata agli oggetti, ai soldi, al nome e al “palazzo” che ai suoi figli, e che si piega ai vizietti del marito pur di non perdere ciò che con fatica è riuscita a conquistare.
Lo scenario è bizzarro e inquietante e grava sulle spalle di questa bambina che, come unico sfogo, si ritrova a scrivere sul proprio “diario delle lacrime” una storia che non potrà mai più essere cancellata e che le rovinerà l’esistenza. Affrontare un percorso di crescita e nel contempo i litigi tra i genitori, venendo sempre additata come colpevole dei difficili rapporti tra padre e madre non è facile e Sara, pur ragazzina, non verrà mai considerata per la sua giovane età, sentendosi sempre fuori luogo e arrivando a prendere delle scelte che non credeva di poter fare. La forza che Sara ha dentro, barlume di luce in tanta oscurità, è sicuramente legata agli insegnamenti e all’amore che sua nonna le ha dato e che l’accompagneranno sempre.