Tilde Pomes, Amore scarno

30-06-2013

Intervista, di Alberto Pezzini

Ostuni, tra gli Anni 50’ ed i favolosi 70’, quando la conquista per ogni italiano era la 1100 ed un bel frigo in cucina. Un palazzo nobiliare preda di mire ereditarie, una moglie che si accontenta della roba anziché del marito,un padre padrone, una figlia ribelle, una storia italiana mica tanto lontana da noi, fatta di intrighi familiari e di sesso clandestino, quello che scotta di più perché si fa e non se ne parla.
La violenza a madre e figlia era il neo di alcune situazioni familiari di allora, mentre oggi – in fondo – non è cambiato molto, siamo quasi tornati al punto da cui eravamo partiti. Tanto che ci viene da domandare a noi stessi:dove eravamo rimasti ? Manco ci fossimo svegliati da cinque minuti soltanto, mentre sono passati quarant’anni.
Amore scarno è una fotografia a tradimento della famiglia italiana, di com’era, di come siamo oggi e forse di come diventeremo, perché il vizio – l’italiano – di una famiglia dove riesce a fare andare d’accordo l’amante e lo schiaffo sistematico ai figli (quello “educativo”), forse non lo perderà mai.
Un libro per l’estate per non dimenticare da dove veniamo.
Il tuo romanzo sembra appartenere ad un mondo lontano, eppure è soltanto ieri, in fondo. Gli anni’ 70 ( il tempo in cui si svolge la storia resta)restano molto vicino a noi. Perché proprio loro e non altri?
L'arco temporale in cui si svolgono le vicende del romanzo va dalla metà degli anni Cinquanta fino agli inizi degli anni Settanta. Gli Italiani vivono il miracolo economico, la congiuntura, l'austerità con decreti sull'economia che scongiurano il tracollo; al Sud il reddito della gente è inferiore a quello dei concittadini del Nord ... però è anche il momento della televisione con l' obiettivo di acculturazione e di unificazione linguistica ( il 10 per cento dei programmi è dedicato alla cultura), la Messa viene celebrata in italiano; esplodono i Sessantottini, le femministe, Bandiera gialla e Per Voi Giovani di Arbore e Boncompagni, che partono dalla musica per spaziare su tematiche dell'universo giovanile. La principessa Beatrice di Savoia si invaghisce di Lello Arena, povero e bello, mentre Edoardo lascia Buckingham Palace per sposare Wally Simpson. Elvira Cozzo la madre di Sara, la protagonista di Amore scarno, coltiva il sogno - come le donne che frequentano il suo palazzo e la tradiscono - di accalappiare un buon partito per sistemarsi. Sara sogna il mondo che vede in televisione e che immagina mentre ascolta la radio. le giunge l'eco delle contestazioni, ma è troppo ripiegata sul proprio dolore per pensarci. Deve sopravvivere.
La figura del padre, Mister Opale, è tristemente diffusa nelle famiglie italiane degli anni di cui si parla. Secondo te, perché?
Mister Opale contiene un aspetto metaforico; Sara, quando non potrà più sopportare in suo padre l' aguzzino aggressore e non riuscirà più a chiamarlo papà, dirà Mister Opale, il protagonista del film di Renoir che lei ha visto e che l'ha molto colpita. Si identifica nella bambina aggredita. Nella doppiezza dell'ex psichiatra individua quella paterna. Nella morte del mostro sogna quella del padre. Che tutto ha affrontato nella vita tranne il compito di educare. Il padre autoritario, violento con la cinghia col suo sistema educativo privo di buon senso da rifuggire oggi, può aver subito una mutazione antropologica, che pone altri problemi.
Credi che sia cambiata davvero la storia - il solito triangolo - oggi ?
Qualcosa sta cambiando, almeno nelle nuove generazioni.
Se il rapporto non va, si tronca e ci si rifà una vita, dopo aver battuto tutte le strade. Questo tra persone civili e responsabili, soprattutto se ci sono di mezzo i minori. Piuttosto che farli assistere a scene traumatizzanti In genere, si accetta la scelta del partner e ci si ritira in buon ordine, in attesa di elaborare il lutto del tradimento o del distacco. Ma esiste anche il triangolo un po' datato, forse, sistema d'ibernazione della crisi, ma secondo alcuni, ancora ben funzionante. Anzi, pare che il rapporto matrimoniale duri grazie a storie parallele. Sono in totale disaccordo.
Quanto hanno pesato sulla tua produzione letteraria, il tuo percorso di crescita culturale Freud ed Oriana Fallaci ?
Fallaci, e tutti gli autori geniali e cosmici, che leggo, o rileggo, per nutrire il mio animo, hanno sicuramente contribuito alla mia crescita culturale. Sara legge Freud e le sue concezioni psicodinamiche, quando indaga sulle radici psicologiche della cattiveria e sull'aggressività di suo padre, assetato di dominio sessuale e morale.Ogni lettura arricchisce chi la legge, se non la si affronta soltanto con la mentalità consumistica. Il pensiero, le parole di un autore ritornano e senti che fanno parte di te, ti inducono alla meditazione, se le hai lette secondo la modalità dell'essere e non dell'avere.
Hai scelto un finale che molti lettori non ti perdoneranno. Dopo pagine e pagine di sanguinamenti morali, e dove un'adolescenza viene infilzata come una quaglia, non hai dato al lettore un finale sereno ma hai voluto mantenerlo decisamente scarno. E' questo il senso del titolo ?
Solo l'ossimoro amore scarno avrebbe potuto indicare il sentimento negativo che è alla base di alcuni rapporti parentali descritti nel romanzo. L'aggettivo scarno limita il sostantivo, amore, che evoca sostanza, pienezza. Sentimento scarno simile ad un volto che è in procinto di decomporsi. Come il nucleo familiare dei De Albiis.
Sai che sei riuscita a rendere la Puglia palpitante ? Ti riconosci in una terra così, sanguigna e violenta?
Dici che l'ho resa palpitante,e ne sono felice, perché amo tanto la mia Terra da parlarne per darle dignità letteraria, nel caso ce ne fosse ancora bisogno! Non riesco invece a considerarla terra sanguigna e violenta. La dolcezza degli ulivi secolari, il calore magico dei vitigni, l'azzurro del mare, il fascino cangiante delle Murge, il biancore delle abitazioni evocano mitezza, accoglienza e garantiscono la qualità dei legami. In un posto bello ci si sente ben predisposti, buoni.
La bellezza dell'ambiente cura l'anima.
Pensi davvero che nella vita il superfluo non conti davvero e che - come fanno gli a anziani - si debba andare subito al nocciolo non badando al superfluo ?
Io penso che ci siano dei momenti dell'esistenza in cui per non soccombere si debba andare al sodo. A volte la ricerca del superfluo ci consuma. Sta alla nostra intelligenza o maturità cogliere il momento giusto per prendere dalla vita ciò che in quel momento ci occorre, per esistere realmente. Questa è saggezza. E la saggezza fino a qualche tempo fa era appannaggio degli anziani. Ora ho i miei dubbi che sia così. Basta guardarsi un po' in giro…
Nel tuo libro la lingua è viva, le parole (come terebra) a volte sono ormai inusitate ma di straordinaria efficacia. Mi dici quali sono stati i tuoi studi ed i tuoi modelli ?
Studi classici, e molta attenzione all'uso dei linguaggi dei miei maestri di stile, in grado di stimolare i miei sensi di lettrice instancabile e di sfidare il tempo. La loro lettura è la scoperta continua di pura vita che rimane in eterno. La parola ha una sua sacralità, permette di essere in sintonia con gli altri ed instaurare relazioni significative col mondo. Occorre averne molta cura per poter essere liberi.
Quanta colpa c'è in certe madri che lasciano fare ai propri mariti, magari per non compromettere situazioni economiche stabili ?
Di colpa ce n'è tanta, da entrambe le parti. Penso che il soggetto economicamente più debole vada sostenuto. Ormai è raro che la donna decida di sottostare e, se lo fa, è perché è costretta. Rispetto a sessantanni fa, la situazione è cambiata . Da un po' di tempo operano associazioni che offrono aiuti a chi è in difficoltà. Noi donne iniziamo finalmente ad amarci. Ma dovremmo trovare il modo di amarci di più. Resistono
alcune che dovrebbero smettere di essere spose mal maritate, che concentrano i loro affetti sulla ricchezza: ma son quelle che non riescono a trovare il proprio centro in se stesse.
Il tuo è un romanzo alla Mauriac (Nido di vipere) e che anche Camilleri ha ripreso nell'ultimo Montalbano (Un covo di vipere). Per te l'intrigo familiare è sempre un buon espediente per scrivere o è anche un po' lo specchio di una realtà tipicamente italiana ?
Ho pensato ad una realtà circoscritta in un tempo e in uno spazio, ma ciò non vuol dire che non sia universale. Interesse e avidità rodono i fratelli De Albiis, che, in un asfittico ambiente provinciale, si scontrano, dando luogo ad eventi tragici. Si avvitano sui loro tradimenti e sulla loro ossessione: possedere il palazzo, il potere. Ad ogni costo. E ci è invischiato anche un certo cattolicesimo, che, pur essendo sullo sfondo, riesce ad ingarbugliare la storia: non risolve e non santifica. I temi di fondo sono la violenza in famiglia, con abusi su donne e minori, e l'accaparramento di eredità, che vuol dire dominio. Nonostante le grandi conquiste che la riguardano, la famiglia, che dopo oltre mezzo secolo ha subito cambiamenti sensibili, continua ad essere purtroppo un groviglio di vipere.
E la famiglia di professionisti non sempre assicura un modello educativo migliore di quella di chi vive nel degrado sociale e nell'indigenza. Possono anche essere cambiati i metodi educativi,e alludo a quelli ereditati dalla società fascista, ma oggi il genitore che rende più fragile il percorso educativo di un figlio non compie su di lui altrettante nefandezze? C'è sangue e sangue, dolore e dolore. L'esito è identico. Riguardo ai problemi in questione dunque, è cambiato poco. Un periodo vale l'altro purtroppo. E mi va di denunciare una certa realtà familiare, che però ripeto non penso sia solo italiana.