Neda e Pietro, i cavernicoli
Ronfani abbandona il saggio per dedicarsi al romanzo e descrivere la storia di due bambini, Neda e Pietro. Per salvarsi da un rastrellamento nazifascista, nel 1944, i due protagonisti si rifugiano nelle grotte del Limidario, in provincia di Verbania, tra la Val Cannobina e la Svizzera. Lontano da tutto, vivono come esseri preistorici, ignorando la fine della guerra. Finché, morta Neda, Pietro ormai adulto viene ritrovato e restituito a un mondo dominato dalla tecnologia. Il volume è diviso in due parti che si alternano, ben individuabili grazie a caratteri grafici diversi. Una parte è il diario che Pietro vuole consegnare al mondo, l’altra il suo monologo interiore.
A salvare i due bambini dal fuoco della guerra è la nonna, accusata di stregoneria e poi premiata per il suo contributo alla Resistenza. Ma non può seguirli. Lasciati soli, Neda e Pietro imparano a vivere in una caverna, con l’aiuto di un eremita. Sanno tendere trappole, tirare con l’arco, accendere il fuoco. Sanno resistere al freddo, alla fame e al silenzio pauroso della montagna. Quando Neda muore, Pietro ritorna alla civiltà e diventa un caso, studiato come un “astronauta del passato”. Per gli intellettuali che frequentavano i salotti televisivi è una specie di eroe.
Ronfani è giornalista e scrittore. Inviato all’Italia e all’estero, è stato vicedirettore de “Il Giorno” e ha curato trasmissioni per la radio e la televisione. Ha contribuito alla nascita e diretto a Milano l’istituto per la Formazione al Giornalismo.