Umberto Saba, Quante rose a nascondere un abisso

18-12-2004

Umberto e Lina, la poesia del matrimonio, di Folco Portinari

[...] Quando si leggono queste 24 lettere, più che non il poeta, quale protagonista si impone lei, Carolina-Lina Wolfler, la sartina, l'oggetto in gioventù di una raccolta, Trieste e una donna. Voglio dire che leggendo questo epistolario, che ha per titolo uno dei versi più tormentosi (che genera intimo tormento) e trattandosi dell'epistolartio di un poeta, mi sembra impossibile leggere le lettere senza tenere quale testimone e referente quella poesia. Tant'è che l'editor, Anna Grazia D'Oria, ha sentito la necessità di accogliere in appendice una decina di componimenti di cui sui parla nelle lettere (oltre a 28 fotografie e ad alcune riproduzioni di manoscritti dei due corrispondenti). [...] Soprattutto si colgono i sintomi della malattia, della "nevrastenia" non sublimata nei versi, che lo porterà alla morfina e alla morte, infine, in una clinica di Gorizia. Oppure quella specie di narcisismo, esso pure patologico, che qui si svela nel concentrare su di sé e sul suo lavoro, le sue "cose", ogni interesse, ogni pretesa nonostante i tumulti della storia e l'estrema povertà (il tema del denaro è una costante). Oppure ancora una insospettabile antipatia per la sua città, Trieste.