Vittorio Lanternari, Religione magia e droga

09-01-2007
[…] Del sincretismo pagano-cristiano, le grandi battaglie scoppiarono a partire soprattutto dal IV secolo, dopodiché il Cristianesimo passò dalla parte della religione perseguitata a quella opposta della religione ufficiale, riconosciuta a livello politico come religione dello Stato romano, e divenne essa stessa persecutrice e discriminatrice del paganesimo. Ciò avvenne attraverso un rapido processo determinato dalla “conversione” dell’imperatore Costantino che dopo la battaglia di Ponte Milvio - avanti alla quale egli ebbe la visione della croce sul sole - avviò nell’impero una politica religiosa verso i cristiani, senza precedenti. […]
[…] De Martino che si confronta con il mondo popolare e folkloristico del Sud degli anni ’50, dinanzi al fenomeno delle persistenze pagane nei riti e nei comportamenti del mondo contadino meridionale, si poneva il problema di capire i motivi e i significati di tali persistenze, ordinariamente definite “superstizioni” e spesso, fin dai primi secoli del medioevo, denunziate dal clero, superficialmente, come comportamenti “stupidi” e “bestiali”. Per De Martino, qualunque persistenza di paganesimo pur entro forme rituali ufficiali cristiane, per il fatto ch’essa c’è, vuol dire che agisce, “funziona”. […]Perché persiste la fascinazione? Perché persiste il lamento funebre? Perché persiste il ballo della taranta? (sottinteso: in una società e in un’epoca che ha conosciuto la modernizzazione, con il suo Cristianesimo ormai relativamente ammodernato e liberato da certi arcaici pregiudizi, con la medicina scientifica, anzi – più generale – con il suo cospicuo sviluppo scientifico).
Dinanzi allo “scandalo” del lamento funebre – al quale il sacerdote cattolico si guarda bene d’assistere in chiesa quando scoppia il caso della donna che grida il suo lamento -, l’autore giustifica l’arcaico rito come tecnica di liberazione dall’angoscia: noi potremo dire come pedagogia di risoluzione dei mali. […]