Walter Cerfeda, Senza preavviso

24-07-2012

Narrativa a tempo indeterminato, di Carlo Gnetti

Giovanni, un ragazzo con un burrascoso passato politico alle spalle, viene convinto a emigrare negli Stati Uniti per evitare guai con la giustizia italiana.
Il romanzo di Walter Cerfeda, Senza preavviso (Manni editore, 281 pagine, 18 euro, sconti dall’editore per i lettori di Rassegna e gli iscritti alla Cgil), inizia a New York dove Giovanni-John ha iniziato una nuova vita e poi procede su due binari paralleli: quel passato che continua a lasciare tracce vive sull’oggi e un presente che si rivela più complicato del previsto e che si conclude sotto forma di nemesi. Sullo sfondo un rapporto difficile tra un padre e il figlio che cerca di scoprire le sue radici, le vicende politiche che hanno segnato un’intera stagione in Italia, i successi, le miserie e il groviglio di contraddizioni che continuano a segnare le nostre vite, al di là dei confini e dei continenti.
Cerfeda, giunto al terzo volume, si misura forse per la prima volta in modo compiuto con i canoni e la struttura narrativa del romanzo, insistendo sui dialoghi e sulla minuzia dei particolari, senza mai perdere di vista il senso generale della storia, che in questo caso finisce per chiudersi a cerchio. Pur tentato in qualche pagina dalle sirene del giallo politico, se non del giallo tout court – significativa in questo senso la descrizione di una tranquilla serata americana turbata da rumori in giardino e dal guaire del cane – l’autore non rinuncia però alla sua cifra stilistica e ai suoi interessi, che sono quelli di mescolare vicende umane e vicende politiche, con una forte propensione per le tematiche a sfondo sociale.
Del resto è ciò che gli detta la sua natura di sindacalista con ampia esperienza internazionale, prestato alla narrativa a tempo indeterminato.