Walter Pedullà, E lasciatemi divertire!

07-03-2007

Una critica narrata con sorridente divertimento, di Giuseppe Bonaviri

Walter Pedullà stavolta ci viene incontro con un libro sia tipograficamente che intrinsecamente assai bello per il quale lui ha usato, con un tono sottilmente scherzoso, un verso di Palazzeschi. Il libro in gran parte è dedicato per l’appunto a quel singolare autore che fu Palazzeschi e vi è esaminato criticamente, con un gusto della scrittura un po’ parodica e un po’ sorniona, in modo particolare il “Codice di Perelà”. Come si sa, si tratta dell’uomo di fumo. Il quale, lasciato il camino in cui viveva da diversi anni, sotto forma di fumo, viene sulla terra e ha diversi incontri. Il Pedullà parla anche ed esamina diversi altri libri del Palazzeschi nonché le sue poesie che, come l’“Incendiario”, sono state raccolte da poco. Forse, per il lettore letterariamente poco scafato, sarà interessante conoscere il manifesto futurista che fu pubblicato col titolo “Contro dolore”. La scrittura del Pedullà in tutto il libro, che riguarda diversi autori come vedremo, è sciolta, impregnata di una narratività ora scherzosa ora di una seriosità sotto cui si sente il lampeggiare del suo pensiero. Si parla anche di Gadda di cui almeno vogliamo ricordare l’aneddoto, riportato dal nostro autore, sulla stroncatura che fece al libro di Pasolini “Ragazzi di vita”. Sono dedicate anche pagine ad autori sperimentali quali Malerba e Arbasino, o al poeta Pagliarani. Insomma il Pedullà in questa antologia critica che riguarda una letteratura narrativa e poetica tuttora a noi presente, appare come re Mida il quale trasformava in oro tutto ciò che toccava. Cosa che Pedullà fa in questo suo nuovo lavoro che continua ad aprire il solco, già in passato aperto, di una critica narrata sotto forma di sorridente divertimento.