Il perimetro dell’anima

Il perimetro dell’anima

copertina
anno
2009
Collana
Categoria
pagine
64
isbn
978-88-6266-175-1
nota
Prefazione di Massimo Arcangeli
Il disagio come bisogno, difficoltà, malessere; il corpo come sensi, istinto, consistenza; il tempo come momento, occasione, stagione sono elementi fondanti dei versi della raccolta.
E ancora, scrive nella Prefazione Massimo Arcangeli, il disagio, “chiave di volta dell’intero edificio. Con altri contrassegni materiali della stessa sostanza: dalla diversità tacciata o rivendicata, magari di uguali e contrari, alla pazzia.”

 

Vincitrice del Premio Minturnae 2010
Stefania Rabuffetti è nata nel 1972 a Roma dove vive con un gatto nero.
Ha lavorato dieci anni nelle redazioni RAI (Unomattina, Superquark e altri) raccontando le storie della gente.


PRIMI VERSI

Colpa

Ti ho dato troppo poco
soltanto scale di note
sequenze di accordi
intonati con la voce
mentre tu mi hai insegnato
a ridere e ad amar la vita.

Ma la lezione è uscita di scena
con l’ultima Traviata
eppure non sei mai entrato
nel passato
mi vivi ancora accanto
con occhi del presente
respiri l’aria che mi circonda
che si fa di marmo
del peso della colpa
per averti trascurato
e non aver messo a frutto
gli strumenti che hai lasciato.

 
Contromano

Vivo contromano
in un corpo su misura
nella misura del mio corpo
come metro di giudizio
categorico
come paradosso di un difetto
con nervi di radici
che affiorano sulla pelle
che aderisce come ventosa
alle mie ossa
vivo l’ininterrotta punizione
che tutto ha un peso
e il suono grave
di un verdetto che mi consuma
nella carne.


Deserto

Deserto
cammini scivolando
con passi delle dune
insondabile pulviscolo
che si raccoglie
nel sentiero dell’angoscia
come benda arida sugli occhi
di solitudine sottile
che si versa nei polmoni
li strozza con filigrana di silenzio
ridotta dalla sostanza sterile
della disperazione.