Le visioni del trifoglio

Le visioni del trifoglio

copertina
anno
2007
Collana
Categoria
pagine
64
isbn
978-88-8176-932-2
8,55 €
Titolo
Le visioni del trifoglio
Prezzo
9,00 €
ISBN
978-88-8176-932-2
nota
Prefazione di Fabiano Alborghetti
Il trifoglio è una piccola pianta ben nota a tutti ma dall’aspetto e dalle dimensioni così modeste che spesso non gli si presta la dovuta attenzione, nascosta tra il folto dell’erba.
Qui diventa simbolo di Poesia, simbolo di Verità.
La silloge viene suddivisa in tre sezioni; tre, numero denso di significati. Nel Tao-Te-King si legge: “Il Tao genera l’unità, l’unità genera la dualità, la dualità genera la triade e quest’ultima tutte le cose”. Ogni sezione rappresenta una foglia, una visione del trifoglio-poesia, e pur mantenendo l’autonomia nel senso racchiuso, tutte tre vengono generate da un unico stelo.
                                                      

Claudio Pagelli è nato a Como nel 1975. È laureando in Legge, è presidente dell’Associazione Culturale Helianto. Ha già scritto testi che hanno avuto significativi riconoscimenti.

Vive e lavora a Rovello Porro, nel Comasco.
Il libro si è classificato al terzo posto per il premio letterario Anna Osti nellì'ottobre 2007.

Primi versi

 
spora, n. 1
 
qui dove tutto è metafora
si replica nel sangue
il mantra del magma –
senti la bolla che lenta affiora
come corona di fuoco
sulle labbra del mio canto ?
il flusso è compatto, la lava
straripa appena, il mare la meta.
 
spora, n. 4
 
se ti sento
penso il tuo respiro che mi pensa,
il pensiero mi porta lontano
come spora
impazzita di vento –
se respiro il tuo pensiero
sento il vento
che mi porta lontano.
come spora nel respiro
io sento il pensiero,
la spora, il vento
che porta respiro lontano.
una spora pensa
il respiro, il vento
che la porta s’arriccia sulla punta…
sputa, Spora
il tuo pensiero di vento !
nulla importa
ma pensiero vivo
e tu respira, Uomo, respira…
 
spora, n. 7
 
a che serve, ti chiedi,
il sangue che fiorisce
dal verso improvviso
e quale segreto progetto
nasconde il mio passo –
non è giada o rubino
la meta dello scavo,
le mani rubano terra
alla terra, fanno buche,
strappano erba ostile
per toccare il canto
antico, il magma
che ribolle sotto
il cuore delle cose.
Io ti porto l’oro buono, amico,
l’oro profondo
che non ha peso né spazio,
ma acqua leggera
dalla gora del mondo.
  
spora, n. 10
 
cos’è la poesia
che ti tocca ?
è il fuoco
di questo giorno,
il fiele che scolora
dalla bocca…
memoria di vino
che ti apre di sole.
è Aprile, è Amore
che attende sulla soglia.
 
spora, n. 11
 
ogni cosa è visione,
lampo che ti cattura
gli occhi, la gola.
la sera, lo sai, s’avvicina
e la luna chiede un canto –
rosso è il sangue, la frusta
dell’occhio scosta
la polvere dall’oggetto –
la verità è un trifoglio
nel prato degli specchi.
 
 
Nel settembre 2007 l'opera si è classificata terza al concorso nazionale "Antica Badia di S. Savino", giunto alla sua ventinovesima edizione.
La giuria, composta da Giuliana Petrucci, Sauro Damiani, Pierangiolo Fabrini, Lionella Carpita, Lucia Sardi, Fausto Ciompi e Giancarlo Bachini, ha riportato la seguente motivazione:
Le visioni del trifoglio di Claudio Pagelli sono, all'origine, una celebrazione, quasi un'epopea, della parola poetica faticosamente germinata dal magma primigenio, epifania di luce che dà forma al vero volto delle cose, secondo un alfabeto rigenerato. Poi, questa incalzante visionarietà si allenta, possono affiorare perfino devote memorie domestiche; infine, nella perlustrazione della nostra precarietà, la poesia si qualifica piuttosto nei suoi valori di strumento del nostro "incerto coraggio". Quasi assente l'aggettivazione, dominano enunciati fortemente assertivi, al servizio di un continuum metaforico di singolare efficacia.
 
 
 
Le visioni del trifoglio, di Claudio Pagelli, è un libro strutturato nel segno del numero tre, con tutte le conseguenze che questa scelta può produrre. Infatti tre sono le sezioni che lo costituiscono, secondo un'escalation dei temi trattati e dei referenti; ma sia nel caso della rappresentazione delle pulsioni corporali, sia in quello della interlocuzione con il trascendente, è il sangue a fare da leitmotiv. E la realtà, da intendersi come realtà prima - viene espressa attraverso un instancabile lavoro di osservazione degli emblemi di matrice naturalistica che scaturiscono dai testi. O meglio: è proprio nel tentativo di rappresentazione, nello scarto tra rappresentato e rappresentabile, che si colloca questa ricerca, a tratti sofferta ma sempre pronta a riprendere il filo del discorso, reiterando sé stessa ad oltranza in nome di un'idea di definitività. Una poesia che oscilla tra la volontà di cronaca in presa diretta del succedersi magmatico degli eventi e il desiderio di cristallizzarli in una forma che consenta finalmente di comprenderli; nessuno dei due poli però sembra prevalere sull'altro, in un'equilibrata tregua necessaria per lo sviluppo del pensiero.

Luca Rizzitello in occasione del terzo posto di Pagelli al Premio letterario Anna Osti 2007