Monologhi di poi
Monologhi di poi
Sessantuno epitaffi per sessantuno lapidi.
La parentela di questi versi con l’Antologia di Spoon River (1915) di Edgar Lee Masters è evidente. Anna però non cerca di evocare la vita d’un paese con le voci e i ricordi dei suoi abitanti; punta invece, direttamente, a darci dei profili psicologici, incisi con acutezza: fortunati o sfortunati, intelligenti od ottusi, generosi o gretti, i suoi personaggi sono dei vinti: vinti nella vita, e comunque vinti dalla morte, con uno sberleffo.
Cesare Segre