Notti ed albe
Notti ed albe
PRIMI VERSI
A Castro Marina, d’Agosto
Scorrono lente a Castro le giornate d’Agosto
a fatica
macerandomi
piene d’angoscia e strazio
eppur con speranza, e preghiera,
guardando te, e il mare azzurro
delicato
splendidamente dolce
nei colori dell’aurora
mai essiccati dall’urente sole
che avanza verso mezzogiorno
Nella notte, nel sogno
ho trovato le tue labbra la tua bocca
All’alba
ho accarezzato a lungo il tuo corpo
le tue forme
(sul seno violate come da sciabolate furenti)
con baci leggeri e fuggenti
le ho vezzeggiate
dal nostro intimo amore sgorganti
Fino al meriggio
il desiderio crescente gonfio
ha riempito l’essere
il tuo il mio
sino a fonderci nell’Uno
stupendamente gridato
irresistibilmente lodato
Un po’ estate un po’ inverno
Una pioggia batte le pietre, sospiri d’angoscia
sciagura dell’inganno, della finitudine
ostile fu quel corpo appena io lo vidi
la sua anima, il suo soffio
e non vissi
Celeste cielo
su tramonto di fuoco
essenza d’amore
di cui la dolcezza mi ferisce
di cui lo strappo m’atterrisce
Parole dolorose
destino vano si vedrà
poiché un cuore senza forza
non può più cantare
Un po’ estate un po’ inverno
scacco bianco scacco nero
spogliato esiliato di te privato
la tua vita se ne fugge
e mi rende schiavo
dell’incombente sciagurato accadere
del silenzioso attonito strazio
che l’aria riempie
Tenue la voce s’effonde
fuggendo al lampo del pensiero
di disfatta terra, di decomposta polvere
dispersa in deserti
in miraggi di speranza e zelo,
torna al Principio, un bagliore,
ma poi ricomincia lo spasmo
l’amaro sudore,
con spogli desideri
intesse il velo dell’abbandono
s’interna il male
partorisce la nuova stagione
Pietà mi consuma
d’orizzonte infranto, frugando nella mente
nella pur ripetuta alba
in cui si spande il doloroso rimpianto
Piango e fremo. Nascosto.
Nemica sì nemica è colei ch’io vorrei amare
portandomi guerra
crudeli lance mi conficca
con furenti attacchi e mille grida
come raccolte da antiche battaglie
e nuove
Cerco ancor cerco
nello stretto sentiero che s’alza sulla vetta
il rovo infiammato
per ascoltar Parola
Rispondimi Signore
rispondimi,
o madre accorri
io non posso più parlare