Storia di un moscone Dello scrittore italiano
Storia di un moscone Dello scrittore italiano
Francesco Domenico Guerrazzi è un eccezionale narratore, forse sarebbe meglio definirlo abnorme già al livello della leggibilità. La sua fama per tutto l’Ottocento è stata grandissima: lo si potrebbe dire il vero anti-Manzoni sia a livello di scrittura che ideologicamente.
Nelle sue opere, anche in quelle minori come la Storia di un moscone (che qui si ripresenta dopo molti anni di oblio) prevale un forte anzi eccessivo senso patriottico a sfondo democratico e rivoluzionario oltre a un gusto della ricostruzione storica molto cara ai lettori del suo tempo.
La caratteristica più spiccata è in quella che Nicola Badaloni ha definito una pedagogia del terrore cioè un invito al popolo ad intraprendere guerre senza pietà per ottenere l’indipendenza e la libertà. Ma questa pedagogia è artisticamente “seducente” proprio per gli aspetti barbarici e repellenti con cui vengono descritte azioni estreme di crudeltà fuori da ogni legittimazione.
Si suol dire che Guerrazzi ha molto ripreso dal romanzo gotico inglese: non è ripresa libresca ma una vera e propria reinvenzione che provoca nel lettore un effetto di fascinosa repulsione.