La corsicità di Guerrazzi, di Chiara Biagioli
È affidata a un volume della collana Il romanzo: storia e testi, diretta da Carlo Alberto Madrignani e Aldo Maria Morace per il leccese Manni, la ristampa di due testi guerrazziani che mettono a fuoco il biennio seguente la fine del soggiorno côrso, documentandone la straordinaria fertilità creativa. Si tratta del lungo saggio Dello scrittore italiano (1857) e della Storia di un moscone (1858), giunti all’onore della prima stampa sulle pagine dalla torinese “Rivista contemporanea” e qui riprodotti – invertiti rispetto all’effettiva successione diacronica – secondo la princeps e secondo la ne varietur Guigoni 1862.
L’intervento che li illustra (Carlo Alberto Madrignani, Gualpranda e ‘Terrore’, pp. 5-19) è una bella pagina di esegesi guerrazziana. Proprio a partire dal titolo, che si offre come una persuasione direttrice di orientamento per un percorso di lettura trasversale di un intero corpus narrativo, illuminandone con sottile perspicacia un nodo centrale: l’opposizione frontale «Francesi-Tedeschi» e Italiani (Gualpranda, «la gran dama terribile che esprime la terrificante grandezza del potere assoluto», e Terrore, «il cavallo giustiziere», «simbolo di un popolo indomato e indomabile»). Connotando dunque il profilo nell’insita referenza alla deontologia del narratore, Madrignani ricostruisce tanto la lunga gestazione dell’essai che quella della seconda opera d’argomento côrso, rintracciando, in questo caso specifico, apporti e sollecitazioni che portarono lo scrittore a maturarne il progetto, e a convogliarlo, assieme ad altri suoi testi, in un’impresa popolare di ampia portata, nella tradizione di lettori che sull’oggetto libro maturavano la propria coscienza letteraria e politico-sociale.
A proposito delle edizioni del Moscone (pp. 21-31), Alessio Giannanti offre una recensione minuta delle differenti occorrenze a stampa del racconto – dalla princeps al trattamento anti-age dei Travestimenti di Ferdinando Carlesi (Firenze 1930) –, facendola precedere da un’altrettanto attenta storia redazionale, ricomposta grazie alla ricca messe di informazioni derivate dallo spoglio dei carteggi. Alla complessità della gestazione e di una storia editoriale assolutamente centrifuga fanno fronte un approccio filologico (a fini non soltanto ecdotici) esente da approssimazioni, l’acribia di uno studioso attento alla pagina – manoscritta e a stampa – nel suo complesso di stesure e rielaborazioni, intento con auscultazioni minuziose a ridisegnare i modi di riscrittura e trasmissione del testo. Analogo procedimento è osservato per il ben più semplice caso Dello scrittore italiano. Corredano la nota alcune pagine di orientamento bibliografico indispensabile reference per chi si interessa alla côrsicità dello scrittore.