Su antiche rotte
INCIPIT
Asinelli e Garisenda
ferme e traenti allo sguardo
nella mente confitte
salde le torri
ancora ad additare al cielo
ma per chi?
quale paradigma?
quali sentenze?
e ad inforcare i nuvoli d’aprile
un’incredibile forza
da novecent’anni sospinge al cielo
la caduta
la vedi ancora di mani construtta
e la sostengono ancora
ancor la levitano
di geometrie tranquillamente semplici
da nove secoli svetta la caduta
leggerezza sottraendo al cielo
pesantezza alla terra
senso additando al cielo
senso additando alla terra
al lillipuziano passante
intersecanti significati
compagnia regalando agli orizzonti
al quotidiano l’iperbole del tempo
da queste pietre d’orgoglio
singolare incantesimo
ma la sfida al millennio
di mani pazienti
sbeffeggiano espellono strangolano
ossessirumori ossessimotori
frettastupidità
?come puoi ascoltare il poema
delle pietre e mattoni ostinati,
ed aggiunger versi tuoi magari,
dove non è silenzio?
?dove non è lentezza di stagioni?
lentezza paziente?
silenzio delle stagioni?
eppure
la gran meridiana della città
ne ha misurata di storia
le sue pietre parlanti
le sue ombre
parlerebbero ancora
ma bisogna sedersi
tacere