Libri del 2008
Un testo che sembra essere quasi una specie di piccola autobiografia, un compendio di pensieri e di riflessioni profonde partorite con la naturalezza, la semplicità, l’ironia e il dolore di cui solo la poetessa dei Navigli è capace. In Antenate bestie da manicomio il confine tra prosa e poesia si dissolve quasi per cedere il passo alla creazione improvvisa, all’intima ispirazione che è la cifra stessa dell’arte di Alda Merini. Versi sensibili che scavano nelle ferite lancinanti di un dolore personale che si fa sentimento collettivo, parole potenti, capaci di scaraventarci nel baratro per poi risollevarci con delicatezza al di qua di una sofferenza che appartiene all’umanità stessa.