Una rivoluzione della mente, di Tiziana Cozzi
La poesia e la cronaca elementi di un unico progetto letterario. Sedotto dalla libertà di innovazione linguistica che l'esprimersi in versi consente, Andrea Manzi, giornalista di lungo corso e vicedirettore de "Il Roma", ha appena pubblicato una raccolta di poesie Morire in gola (Manni Edizioni). «La poesia - spiega - mi consente di inquadrare le cose in maniera diversa rispetto alla mia consuetudine di narratore asettico. È la mia rivoluzione della mente». Poesie che racchiudono tutti gli elementi del quotidiano e del suo universo interiore: il mare, la memoria dei luoghi, gli affetti, l'inquietudine e le incertezze del futuro che oggi lo accompagnano con meno ottimismo di un tempo. Dubbi che molto hanno a che fare con la difficile condizione vissuta da Napoli in questi anni. «È una città talmente indecifrabile che ci vorrebbe una lingua mutuata per descrivere una realtà così negativa». La sua Napoli anima altri scritti di Manzi, ultimo quello in cui raccoglie 13 interviste a personaggi rappresentativi della città. Ma non entra nei luoghi della sua poesia. Qui l'autore ha raccolto i suoi appunti più privati, le note di viaggio, i ricordi scritti a matita sul biglietto dell'aereo, la drammaturgia teatrale, Dino Campana e la sua follia. Elementi che ha mescolato assieme ai suoi malesseri, al disagio del vivere. «La scrittura poetica è una delle possibilità più concrete di stare nel mio tempo vivendo la realtà e osservandola. Come se mi sopraelevassi sulla folla con un aliante. Vedrei quello che accade ma ad un'altezza e a una distanza tali da non permettere il mio coinvolgimento». Maurizio Cucchi nella prefazione scrive di "magmaticità in forma di sperimentazione", di versi che raccontano di "una realtà in perenne movimento, piatta o increspata in superficie, ma che sempre contiene pressoché infinite presenze e innumerevoli possibilità di senso". La prima parte della raccolta dedicata al "ghetto nero" di Castelvolturno e a Miriam Makeba sarà probabilmente messa in scena il prossimo autunno, in forma di oratorio.