Morire in gola

Morire in gola

copertina
anno
2009
Collana
Categoria
pagine
144
isbn
978-88-6266-181-2
11,40 €
Titolo
Morire in gola
Prezzo
12,00 €
ISBN
978-88-6266-181-2
nota
Prefazione di Maurizio Cucchi
Questa poesia rientra nell’ambito di una sperimentazione a tutto campo, ma non dovuta alla freddezza intellettuale di un progetto letterario, quanto alla necessità morale di spingere più avanti e più a fondo la ricerca al fine di acquisire al testo sempre più vasti campionari di realtà. Una realtà, quella di Manzi, in perenne movimento, piatta o increspata in superficie, ma che sempre contiene pressoché infinite presenze e innumerevoli possibilità di senso.
   Maurizio Cucchi
 
Andrea Manzi è vicedirettore del quotidiano “Roma”. Nel 1996 ha fondato e diretto per molti anni “La Città”. È stato caporedattore del “Mattino” di Napoli, de “L’Informazione” di Roma e direttore dell'emittente satellitare Telecolore. Ha insegnato per lunghi anni Giornalismo presso l’Università di Salerno. Ha pubblicato vari testi di saggistica sociopolitica, due lavori teatrali e nel 2008 una prima raccolta poetica.

Finalista al Premio Antonio Guerriero "Civetta di Minerva"

PRIMI VERSI

                                                                                    a miriam makeba

andare venire tornare – due pullman al bivio fermi spenti vuoti
ingoiano gente e s’abbuffano a sbafo – carne e carne
nel corpo chiuso due fori di bocca – si sale e si scende
li lascio andare venire tornare
io non entro nella pancia ferrosa dei pullman
brontolano e gemono di tipi dannati
che soffocano nel deserto di abbracci assoluti e galleggiano
nel tanfo greve – quotidiana solfatara ambulante
s’allenta smorta la morsa alle fermate – sono stazioni di sudate
vie crucis deportano i corpi alla dimora
è un quotidiano morire quest’uggia inscatolata dentro bare su gomma
si stipa la gente e nell’ansia anticipa l’andare venire tornare per poi
riandare rivenire ritornare e rifarlo all’indomani se ciascuno si sveglierà
per andare venire tornare
e morirvi dentro come il salice nella secca

andare venire tornare per nulla – io resto e scorre
la teoria di un moto e ogni atto sterilizza codici
atti dovuti (lo credono) e si va si viene si torna su corsie
blindate (la logica non deraglia – solo andare venire tornare è scritto
sulla tavola di questa legge orale che vieta di fermarsi
scendere o sottrarsi – vieta di godere
nelle tane del sesso – possiamo soltanto andare venire
e tornare per essere comunque vivi in quest’aria
che va viene e torna in gola e ti soffoca – è la logica
della legge dei poveracci) e –
si va viene e torna su binari blindati dentro il neon e/o incollati al buio
nel clamore e nel vuoto dentro il quale non rimbomba l’eco
non esplode voce d’atteso fuoco in cielo nero – e sfiata per sempre
il fiato rotto appeso al corrimano unto