La ricerca di una verità nel buio del mondo, di Livio Romano
[...] appare chiaro fin dalle prime righe come Federico altri non rappresenta se non l'alter ego della voce narrante che è intensamente lirica eppure icastica, accanita, dolorosa come può esserlo solamente la voce di un uomo smarritosi nel bosco. Federico si interroga sul senso della sua vita e su quello del suo destino di Imperatore. Federico si dà risposte che affermano e negano nel rigo successivo, disegnano tratti di chiarore che vengono prontamente anneriti come è proprio delle menti superiori. [...] Tutta la narrazione è attraversata da questo ritmo rapsodico, zigzagante fra l'uomo che getta il sasso nella Storia, e l'uomo che vorrebbe divellare la sua stessa mano che il sasso scagliò. [...] C'è da rimanere avvinghiati nella trama di assonanze e vere e proprie rime, di cadenzature metriche perfette e autodiegesi che costituiscono il tappeto (quasi "sonoro") del bosco in cui Federico ha deciso di celebrare la sua implacabile autoredenzione.