Una deformazione creativa della realtà
Di nitido valore progettuale e innovativo è il libro di Clara Serra costruito per raccontare delle storie di ordinaria complessione, ma interpretate con una straordinaria riflessione indagativi, di carattere in parte onirico e in parte favolistico. Si raggiunge l’effetto di una deformazione creativa dei contorni della realtà. Si perde il limite tra la cosa reale e l’interpretazione di ciò che la cosa realmente ci sembra essere. Si costruisce un ordito sopra la trama della realtà spicciola e il disegno dei fatti sembra vivere di una realtà autonoma rispetto ai fatti stessi ovvero rappresentare una recitazione in controcanto, una lettura binaria che attribuisce profondità e tono all’immagine. Il libro diviso in tre sezioni, delle quali la prima ricostruisce in dodici quadri speculari ad altrettanti rimandi di versi (e di prosa) un rapporto reale e romanzato tra madre e figlia. Seguono poi le quattordici stazioni –come una via poiesis- di un autobus metropolitano che carica e scarica il ritratto scabro e vividissimo di altrettanti passeggeri. Il libro si conclude con la sezione degli elementi fondamentali che danno identità alla vita, acqua, aria, fuoco e terra. Laboratorio di scrittura innovativa, dicevamo, che si propone di argomentare su un’ipotesi di non-poesia poetica, vale a dire di discorso fatto ricorrendo alla “storia da raccontare” che non è la trama organizzata del romanzo, ma un intreccio di riflessioni e progetti di linguaggio, di psicologia, di comportamenti antropologici e d’altro ancora.