I due poli di Prescott, di Norma Stramucci
Ad interessare Ethan, a condurlo più volte dall’America in Russia per incontrare il vecchio compositore, non è certo il “colore” di una partitura (quella che dà il titolo al romanzo), quanto il consolidamento di proprie certezze; e ciò non trova. I viaggi anzi stimolano ulteriori interrogativi, addirittura sulla propria, data per acquisita, identità sessuale.
Non è possibile, se non a patto di dolorose omissioni, sintetizzare il contenuto di questo libro che lo stesso autore ha rivelato fatto di parti che si combinano come le bamboline in una matrioska; e che affida al lettore, con un sorriso, il compito di ricomporle, fino all’ultima, quando ormai divenuta una, non c’è voglia di riporla su di un qualsiasi scaffale e si è invece tentati di separarle nuovamente, magari alla ricerca… di un epilogo diverso.
Bamboline di matrioska sono altresì gli stili, da saggio, da diario personale, da trascrizione di conversazioni e di verbali di interrogatori, da pamphlet settecentesco, da appunto personale. Matrioska lo stesso titolo: dal momento che la rapsodia è a più temi, e se ne dichiara uno unico… dove sono le bamboline nascoste? Probabilmente nelle esecuzioni della Rapsodia, successive all’unica che Ethan ha avuto la facoltà di ascoltare, e dunque -ironicamente- negate.
Il paragone con le matrioske è più che calzante, se anche il pensiero di Dvoinikov è che “un’idea non vive mai sola, […] non appena la si scrive le si avviluppano attorno all’istante altre idee, altre varianti della stessa idea, sviluppi, contorsioni, rifrazioni” (p. 121).
Un’espressione diretta del bello, eterna, perfetta, compiuta, sembra ciò che Ethan-Morandini inseguono; Ethan la percepisce persino…