L'originale mosaico di Sanguineti, di Chiara Affronte
Il terzo millennio era cominciato da cinque anni quando Angelo Guglielmi, Assessore alla Cultura, decise di chiedere ad Edoardo Sanguineti di fare il punto sul secolo concluso, Il Novecento “che mi sembra si stia trascinando stancamente anche per questi primi anni del 2000”. Così scriveva Guglielmi l’11 febbraio 2005 al poeta.
Oggi, il Ritratto del Novecento che ha portato nella piazza coperta di Sala Borsa moltissimi spettatori, è diventato un libro, edito da Manni e curato da Niva Lorenzini.Una pubblicazione nuova, proprio per tipologia. “Abbiamo raccolto tute le tessere che Sanguineti inviava con un ritmo frenetico”, racconta Lorenzini, una delle anime del progetto. “Guglielmi gli chiese di fare un suo punto sul Novecento ma nessuno si sarebbe mai aspettato che Sanguineti ci avrebbe inviato una quantità straordinaria di materiali che spaziavano in tutte le discipline – dalla letteratura, alla musica, alla scienza al cinema e all’arte – e che lui ci segnalava con precisione estrema”.
Il sacro furore
Sanguineti fu preso dal “sacro furore”: questo progetto lo entusiasmò tanto da fargli passare notti intere a lavorarvi, “a metà tra il rigore del filologo e il delirio di chi è coinvolto nottetempo”. “Ci inviava le tessere in cui segnalava tutto: prendete il tal film da lì a lì, il tal saggio alle pagine tot.” Costruì un mosaico multimediale di grande valore, fatto di passi letti dagli attori nelle serate, di immagini di quadri proiettate, di musica suonata: “Anche in questo campo Sanguineti si è rivelato davvero competente: ci chiedeva brani realizzati in una precisa registrazione…”
Adesso chiunque potrà ripercorrere questo mosaico, come in un “giuoco dell’oca”. Aprire il libro e cominciare a leggere a caso. Perché non c’è cronologia. Il fil rouge è il racconto di Sanguineti ha voluto costruire di un secolo intero. L’auspicio è arrivare prossimamente ad un’altra pubblicazione, in cui aggiungere alle tessere anche gli altri stralci da cui sono state ricavate le indicazioni. “Un lavoro immane in cui è difficile capire di chi sono i diritti d’autore, ma sarebbe bello riuscirci – osserva Lorenzini –. “La Cineteca ha tutto: materiali, montaggio. Sanguineti vorrebbe che vedesse la luce anche questa ulteriore opera.”