Egidio Zacheo, Un Paese in bilico

05-10-2005

Zacheo, un confronto col passato per cercare di imparare dagli errori, di Claudia Presicce


Borsellino dobbiamo purtroppo constatare che siamo ancora rimasti sostanzialmente un paese di guelfi e ghibellini, di partigiani rissosi e faziosi sempre pronti a piegare l’interesse pubblico alle esigenze private, un paese dove ancora non c’è il riconoscimento della reciproca legittimità democratica tra maggioranza e opposizione…”: la frase appartiene ad uno scritto del 21 luglio 2002 e porta la firma di Egidio Zacheo, docente di Politica comparata e di Storia delle istituzioni politiche all’Università di Lecce. Fa parte di uno dei brani raccolti in Un Paese in bilico. Il mio volontariato culturale e politico un saggio che riunisce articoli sparsi sui giornali, discorsi pubblici, riflessioni dell’ex sindaco di Campi Salentina che vanno dai primi anni Novanta ai nostri giorni.
Nel titolo c’è il senso di questa sorta di zibaldone di Zacheo: il “volontariato culturale e politico” è proprio l’insieme di ideali e di battaglie perseguiti dallo stesso e qui raccontati seguendo sempre una personale cifra retorica e politica, piegata in diverso modo alle emergenze del momento storico a cui si riferisce. Il tutto, partendo dallo sguardo di un classico professore di Storia, prima che di un uomo politico, lontano da un’oratoria pletorica, che ha uno sguardo sempre rivolto al passato, un passato con cui confrontarsi per “rubare” la saggezza dei grandi e cercare di imparare dagli errori.
Si ritrovano tra le pagine citati i Quaderni di Gramsci accanto alle parole di scrittori come Giuseppe Galasso, la “questione meridionale” da cui tutto parte e dalla quale per l’autore non si può prescindere oggi parlando di Sud. Poi ci sono omaggi ai giudici Falcone e Borsellino eliminati dalla mafia nel ’92: a loro, al tempo del suo governo al municipio di Campi, Zacheo dedicò la nuova sala consiliare alla presenza di Maria Falcone e di Rita Borsellino.
E poi, in altri interventi, lo sguardo dell’ideatore di una delle rassegne editoriali più note del Mezzogiorno come la “Città del Libro”, non poteva non soffermarsi sulla cultura. Lo sforzo che appare dagli scritti di Zacheo è quello di riuscire a credere prima e a valorizzare poi le fervide risorse locali, di riprendere quel filo mai reciso con il passato illustre di una terra che ha dato i natali a Carmelo Bene, che ha vissuto sotto Federico II, che oggi potrebbe diventare “elemento di coesione della nuova Europa”.
Il “volontariato culturale e politico” rappresenta per l’autore lo sforzo che ognuno deve fare per assumersi responsabilità fattive nel cercare di contribuire alla crescita del Sud e del Salento in particolare.