Francesco Aulizio, Dal Salento all'Italia

15-11-2006

Aulizio e la terra della memoria, di Beppe Longo

Sente il bisogno di scrivere perché “per la sua stessa professione di medico è venuto in contatto con una caleidoscopica varietà di storie che a suo giudizio meritano di essere fissate nella carta”.
Ecco perché il medico Francesco Aulizio, classe 1930, nato da madre astigiana e da padre pugliese di Squinzano, scrive tanto; ha già all’attivo diverse pubblicazioni ma ha scritto soprattutto racconti brevi, a volte un po’ disadorni, ma sempre carichi di intime suggestioni e di intensi profumi della terra di un Sud vissuto a tutte le latitudini. Ad ispirarlo, infatti, non è solamente la sua professione ma anche il Salento, sua terra d’origine, dalla quale si è distaccato ma non se n’è mai allontanato, neanche per un momento. Il Salento di Aulizio non è un’identità geografica, ma è un modo d’essere originario, un elemento fondante e fondamentale della sua personalità, un mondo interno destinato a rimanere implicito ed inviolabile, ma non silenzioso.
Francesco Aulizio ha vissuto a Squinzano (Lecce) solo l’infanzia, poi ha studiato Medicina e Filosofia all’università di Modena, vive e fa il medico da oltre cinquant’anni a Modigliana, in provincia di Forlì-Cesena. Il suo –allora– non è un Salento contaminato dalla cronaca attuale, ma è una terra “dell’anima e della memoria”, che gli ispira “storie coinvolgenti che testimoniano ricordi di una passata società” con una sequenza di simboli autentici e con protagonisti veri, che sono immaginari solo nei nomi, comunque mutuati da soprannomi e cognomi reali. È la provincia di Lecce di cinquant’anni fa, soffusa in una penombra misteriosa, avvolta nei panni di una dignitosa miseria, a volte un po’ malinconica, ma sempre sbalordita di sentirsi ricca di una autenticità solare. Si parte da questo Salento e si arriva all’intera Nazione, fondata sui principi essenziali ed esistenziali dell’uomo e sui valori storico-politici della Resistenza.
Questo è il senso del titolo Dal Salento all’Italia, ultimo libro di Aulizio, pubblicato da Manni Editori. Una raccolta di scritti, in massima parte racconti brevi, non omogenei nella forma e nei contenuti, ma che formano una mirabile ed insolita “concordia di pensiero”, tanto da sembrare un romanzo, fedele ai suoi principi ispiratori. Aulizio non scrive mai di persone straordinarie, ma i suoi protagonisti sono portatori sani di un assoluto anelito di libertà e di una laica testimonianza di fede nel più convinto epicureismo del quotidiano. Con brani di un’autobiografia asciutta e priva di facili consolazioni, il libro diventa un buon esercizio di memoria, che affronta il punto cruciale dell’esistenza a distanza zero, dove la tristezza esistenziale un poco si placa e la mente può tornare ad aprirsi sulle cose buone e giuste del mondo.
Il tutto con il contributo tecnico di una scrittura, ariosa e sobria in ogni passaggio: negli accenni descrittivi di un paesaggio conosciuto ed amato; nei dialoghi, essenziali a tracciare il profilo dei personaggi; negli affetti delle radici strappate, perdute, trapiantate ed infine ritrovate.