Giuseppe Cassieri, Poetica di un infelice

31-10-2008
Cassieri, il neorealista della modernità, di Ida Bozzi
 
Nel suo ultimo libro, Poetica di un infelice, pubblicato quest’anno da Manni, aveva tratteggiato la figura di un precario del lavoro intellettuale, il supplente Saverio, alle prese con la labilità della cultura e della poesia nel mondo moderno della visibilità a tutti i costi. Ma in tutte le sue opere Giuseppe Cassieri, lo scrittore, saggista e commediografo scomparso nella notte tra mercoledì e giovedì a Roma all’età di 82 anni, ha sempre raccontato con occhio critico, spesso venato di ironia, i cattivi costumi e il degrado del mondo contemporaneo.
Nato a Rodi Garganico (Foggia) nel 1926, laureato in filosofia morale, Cassieri si era staccato presto dal neorealismo dei romanzi d’esordio d’ambientazione pugliese, raccontando in numerose opere di narrativa e lavori teatrali l’Italia della modernizzazione e soprattutto le sue derive, drammatiche e grottesche. […]
Più volte insignito di riconoscimenti per la narrativa e il teatro (oltre al Campiello, il premio Flaiano, il premio Sila; fu più volte finalista allo Strega) fu anche autore di un’ampia e agguerrita produzione saggistica. […] Più malinconici e amari i lavori recenti, come la raccolta Scommesse e altri racconti (2006) e il suo ultimo romanzo, appunto quella Poetica di un infelice in cui l’occupazione estrema di un sognatore è rinfrescare gli epitaffi sulle lapidi sbiadite: l’ultimo dei suoi personaggi frammentati, precari, poeti scaraventati in un mondo che dimentica e ignora la poesia.