E se pane, pasta e pizza in Italia fossero geneticamente modificati? L’interrogativo, nato dopo la richiesta di Monsanto di immettere sul mercato frumento transgenico, è stato girato dal Consiglio dei diritti genetici (Cdg) a imprese e organizzazioni di categoria del sistema agroalimentare italiano e a istituti pubblici di ricerca nell’ambito dell’iniziativa “Grano o Grane” avviata dallo stesso Cdg e promossa da Coldiretti, AssoCap, Cna Alimentare, Flai-Cgil e Coop, e sostenuta finanziariamente da molte aziende del settore. Il frutto di questo lavoro è ora raccolto nel libro omonimo: Grano o grane. La sfida ogm in Italia (a cura di Luca Colombo-Cdg, Manni Editori, 240 pagine, 16 euro), che ricostruisce le tappe della mobilitazione italiana e planetaria anti-ogm, le ragioni della fallita introduzione sul mercato di frumento biotech e, attraverso una raccolta di saggi monografici, affronta il caso del grano ogm nelle sue ricadute in campo economico, nutrizionale, agricolo e culturale.
01/06/2006 - Alimenti&Bevande
Dialogo transatlantico
Cosa accadrebbe in Italia se pane, pasta e pizza diventassero OGM? L’interrogativo, nato in occasione della richiesta di Monsanto di immettere sul mercato frumento transgenico, è stato posto dal Consiglio dei Diritti Genetici (CDG) a imprese e organizzazioni di categoria del sistema agroalimentare italiano e a istituti pubblici di ricerca. Risultato: l’iniziativa Grano o Grane avviata dal Consiglio dei Diritti Genetici, promossa da Coldiretti, AssoCAP, CNA Alimentare, FLAI-CGIL, COOP, in rappresentanza della filiera agroalimentare nazionale, viene narrata dall’omonimo libro, raccolta di saggi monografici che per la prima volta affronta il caso grano OGM nelle sue ricadute in campo economico, nutrizionale, agricolo e culturale. E che dimostra come tante, troppe, siano le questioni ancora aperte, come compreso dalla stessa Monsanto che ha deciso di bloccare la commercializzazione del suo grano biotech. La richiesta avanzata dalla Monsanto per il frumento Roundup Ready alla fine del 2002, ha infatti segnato uno spartiacque decisivo nel campo dell’ingegneria genetica interessando un alimento base della nostra identità gastronomica e culturale a differenza delle odierne colture transgeniche per lo più destinate al consumo animale o comunque lontane dalla nostra tradizione alimentare. Di grano sono fatti il pane, la pasta e la pizza che ogni giorno compaiono sulle nostre tavole, più di due etti di prodotto a testa. E di grano sono fatti i miti e i riti su cui si fonda la nostra cultura e la nostra identità storico-culturale, stereotipata o meno che sia, in Italia e all’estero. L’iniziativa Grano o Grane è il frutto della collaborazione di forze sociali, imprenditoriali e della ricerca pubblica: un’associazione della società civile che sollecita aziende e organizzazioni di rappresentanza del sistema agroalimentare a mobilitare risorse e interesse, affidando a istituti pubblici scientifici e accademici il lavoro di approfondimento, accompagnandolo a un dialogo transatlantico sull’opportunità di introdurre in commercio una tecnologia controversa. Il libro ricostruisce le tappe della mobilitazione italiana e planetaria così come le ragioni della fallita introduzione sul mercato di frumento biotech e, attraverso una raccolta di saggi monografici, affronta il caso grano OGM nelle sue ricadute in campo economico, nutrizionale, agricolo e culturale.
01/11/2006 - Le monde diplomatique
Il seme del futuro, di Karima Isd
01/03/2006 – www.campagnaamica.it
Gli interessi economici degli ogm
In Italia il grano corrisponde al Fattore P (pane, pasta, pizza, pasticceria), assolutamente centrale nella nostra cultura alimentare; la sfida ogm assume perciò un’importanza epocale. Il progetto “Grano o grane”, promosso dal Consiglio dei Diritti Genetici, coinvolge grandi realtà associative, tra cui la Coldiretti; il suo scopo è offrire ai cittadini, alle imprese e alle istituzioni un’informazione rigorosa sugli ogm, e più specificamente sul frumento “modificato”, favorendo la partecipazione attiva dell’Italia al dibattito internazionale.
Nel libro si tratteggia la storia del grano nella civiltà umana per poi analizzare i rischi della manipolazione genetica, svelando gli immensi interessi economici a cui è legata; in sostanza, si spiegano nero su bianco i motivi per cui oggi più che mai - come scrive Mario Capanna nella prefazione - è necessario «distinguere il grano dal loglio». I contributi tematici sono di Annamaria Rivera, Marina Carcea, Caterina Cucinotta, Simone Vieri, Oriana Profiri, Riccardo Bocci; curatore del volume è Luca Colombo, “padre” del progetto che dà il titolo al libro.