Mario Massimo, La morte data

07-02-2011

Narrano di noi, di Pasquale Tempesta

Gradevoli e attraenti i dieci «racconti» che Mario Massimo, foggiano, docente di materie letterarie nei licei, ha raccolto nel suo libro La morte data. Il titolo trae spunto dal primo dei gustosi «bozzetti» tratteggiati dall’autore, il quale ha utilizzato situazioni e personaggi per lo più immaginari, inquadrati in epoche diverse, ma tutti riconducibili a vicende della vita quotidiana. I titoli dei vari episodi sono, in questo senso, tutti più o meno espliciti: La collana di diaspro, I tempi nuovi, La Madonna del latte, Compagni d’arme, e via dicendo.
Tranne, forse, l’enigmatico Agnizione che narra, appunto, l’incredibile, surreale storia di un fanciullino abbandonato di proposito da un dispotico genitore in un miserrimo villaggio della lontana periferia di un immaginario regno. All’età di quattordici, quindici anni, il ragazzo scopre di essere, nientemeno, che figlio del sovrano e quindi erede al trono.
Non sveleremo certo come va a finire la storia. Diremo solo che essa è costruita con la stessa essenzialità ritmica, la stessa abilità narrativa, lo stesso gusto letterario degli altri racconti.