Pace, narrativa, sogni rivoluzionari, di Christian Passeri
Mempo Giardinelli, considerato uno dei più grandi scrittori argentini contemporanei, sarà domani e giovedì rispettivamente a Bolzano e Trento per due incontri in cui racconterà se stesso, la sua letteratura, la sua idea di società. Nato nel 1947 a Resistencia, in Argentina, Giardinelli è stato testimone diretto delle vicende che hanno caratterizzato il Sudamerica nella seconda metà del Novecento. Durante gli anni della dittatura militare in Argentina è stato costretto a vivere in esilio in Messico dal 1976 al 1984. Giornalista e scrittore, nel 1986 ha fondato la rivista Puro cuento da lui diretta e sostenuta fino al 1992 per consentire agli scrittori latinoamericani di conservare una tribuna, almeno una, durante le violente dittature dell’America meridionale. Oltre a scrivere romanzi, racconti libri per bambini e saggi, Giardinelli collabora con riviste e quotidiani argentini e latinoamericani. Nel 1999 ha dato vita a una fondazione che porta il suo stesso nome, un’organizzazione che sostiene la lettura, la divulgazione della letteratura e lo sviluppo del nordest dell’Argentina attraverso iniziative culturali e di solidarietà. Anche per quest’aspetto socialmente impegnato di Mempo Giardinelli il Centro per la pace di Bolzano ha scelto di invitarlo in Regione.
Domani sera alle 20.30 al teatro Cristallo di Bolzano Mempo Giardinelli sarà protagonista e allo stesso tempo spettatore di un incontro un po’ particolare. Ad accompagnare la serata infatti interverrà il gruppo jazz “Django anniversary” di Bolzano, composto da Manuel Randi, Gianni Casalnuovo, Pasquale Bardaro, Fiorenzo Zeni e Francesco Zanardo. «Siamo curiosi di vedere cosa accadrà – racconta Francesco Comina, giornalista nonché responsabile del Centro per la pace -. La band servirà da un lato per creare degli intermezzi durante l’intervista che farò a Giardinelli, dall’altro sarà un assaggio del jazz festival Alto Adige che si terrà a Bolzano fra un paio di settimane». La serata sarà infatti incentrata su un approfondimento della vita di Giardinelli attraverso le domande di Comina, senza tralasciare le vicende argentine e la sua esperienza dell’esilio. «Cercherò inoltre – dice Comina – di sollecitarlo riguardo al suo tentativo di combinare letteratura e impegno civile». A scandire i tempi delle domande verranno letti, da parte di Mara Da Roit, dei brani tratti dall’antologia di racconti Gente strana.
«Nel libro – racconta Comina – è presente anche un episodio che lo lega al grande scrittore argentino Jorge Luis Borges. Un incontro avuto in aereo, con Borges che affidò a Giardinelli la lettura di uno scritto inedito. Finito di leggerlo ancora prima dell’atterraggio, Giardinelli ripose i fogli sul petto di un Borges dormiente. Scendendo dall’aereo, Giardinelli si accorse di un uomo che teneva in mano la cartelletta contenente l’inedito, uomo che poi scomparve nel nulla». Anni dopo, Borges e Giardinelli si rincontrarono a una conferenza. Borges raccontò dell’episodio dell’aereo convinto che si trattasse di un sogno, senza che Giardinelli avesse il coraggio di raccontargli come andarono veramente i fatti. Gente strana contiene anche il racconto La notte del treno, ambientato a Puerto Tirol, un paese dello Stato del Chaco (dove è attiva la Fundación Mempo Giardinelli) in cui vive una numerosa comunità di trentini, immigrati qui nel XIX secolo.
Leggermente diverso sarà l’appuntamento delle 20.30 di giovedì nel palazzo della Provincia di Trento, Giardinelli sarà intervistato da Maurizio Chierici, giornalista de “Il Fatto quotidiano” e profondo conoscitore dell’America latina, avendovi lavorato come inviato del “Corriere della Sera”.
La rivoluzione in bicicletta. Sogni e avventure del più grande scrittore argentino, questo il titolo della serata che cita uno dei romanzi più famosi di Giardinelli, rientra nel ciclo di incontri Dialoghi internazionali. Se vuoi la pace prepara la pace organizzati a Trento dal Centro per la pace bolzanino.