Televisione

Televisione

copertina
anno
2008
Collana
Categoria
pagine
32
isbn
978-88-6266-005-1
4,75 €
Titolo
Televisione
Prezzo
5,00 €
ISBN
978-88-6266-005-1
Sentendo il suono lieve di un pianoforte nel cortile e guardando la polvere che si accumulava sul tavolo nel soggiorno serena ho acceso la televisione
 
 

C’è continuo il brusio della televisione nella vita semplice e complicata di ogni giorno. Le figlie come nostalgia, il cibo come malattia, il sonno senza sogni. Ma anche il sole, la musica, i libri, l’infanzia.
Marosia Castaldi trascina il lettore nel suo stream of consciousness, e gli confessa i suoi segreti più intimi, gli svela sé, con riserbo eppur senza ritrosie.

 

Progetto grafico di Roberto Gorla e Michela Barbiero

INCIPIT

 

Televisione 30
 

So che ancora soffro per i miei figli abortiti Sentendo il suono lieve di un pianoforte nel cortile e guardando la polvere che si accumulava sul tavolo nel soggiorno serena ho acceso la televisione che parlava di costellazioni mentre una ragazza diceva Non ho fatto l’amore con nessuno Poi sono andata a riposare sognando di vivere per sempre mentre il pensiero del mio gatto mi accompagnava tranquillo Mi piacciono le mattine chiare

Televisione 136
 

Mentre pensavo ai fazzoletti di carta che uso per mangiare un giorno a pranzo mi chiedevo perché non usassi quelli di pezza e ho deciso che quando avessi finito quelli sporchi ne avrei usati di stoffa tanto c’è sempre la lavatrice per fare il bucato senza rovinarsi le mani che sono preziose
Quella notte mi sono svegliata dopo un sonno senza sogni come spesso mi succede e mi sono chiesta cosa avrei fatto nel mio tempo libero da sola ad agosto in una città quasi deserta e con i negozi chiusi Mi chiedevo se sarei andata in piscina oppure a trovare gli amici rimasti o ritornati dalle vacanze ma preferivo non interrogarmi sul futuro e vivere giorno dopo giorno secondo quello che il Signore mi avrebbe mandato

Televisione 143
 

Una mattina mi sono interrogata sul ritmo dei miei pasti chiedendomi perché mangiavo così tardi il gelato facendolo seguire quasi subito dalla cena e non riuscivo a darmi una risposta Sapevo solo che mi piaceva molto fare in questo modo e che anche se forse sbagliavo non riuscivo a darmi una risposta Sapevo solo che mi piaceva fare in questo modo e ho lasciato che le cose rimanessero invariate perché ognuno ha i suoi ritmi e le sue fasi che vanno rispettate ma sicuramente avrei dovuto cambiare le mie abitudini in vacanza con le ragazze ma mi sentivo fiduciosa che sarei riuscita ad adattarmi ai modi consueti della vita che conducevamo insieme quando vivevamo nella stessa casa e piena di speranza ho guardato la città che fuori si svegliava e mi sono ricordata di quando cenavamo alle sette pranzavamo alle due e la sera dicevamo insieme le preghiere dopo aver mangiato e visto la televisione quando io mi sedevo sul divano succhiando marmellata e la Nutella che mangiavano anche Lidia e Giulia e tutto era pieno di pace nella sera quando mi andavo a coricare con la mia figlia più piccola accanto che si addormentava lasciando brillare i biondi capelli sul cuscino mentre Lidia dopo il bacio della buona notte andava in camera sua leggeva un poco e poi spegneva la luce dopo aver caricato la sveglia per andare in tempo a scuola la mattina dopo e anch’io me la caricavo per svegliarmi in tempo per preparare la colazione per loro che svegliavo alle sette quando d’inverno era ancora tutto buio e ci riunivamo intorno al tavolo felici di quel primo rito quotidiano Poi io accompagnavo Giulia a scuola comprandole la merenda per strada o portandola da casa. Poi dopo una passeggiata tornavo a casa a lavorare aspettando il ritorno di Lidia dalla media per il pranzo. In genere le preparavo un primo di pasta o di riso un secondo di carne o di pesce accompagnati da insalata o patate che lei mangiava sempre accompagnandoli con il pane. Poi lei si metteva a studiare e io a lavorare in attesa di andare a prendere Giulia alle quattro quando usciva da scuola. Così scorrevano le ore della giornata tranquille qualche volta con la compagnia di amici che venivano a studiare e a svagarsi con loro. Quello era un tempo felice che anche se non nello stesso modo perché ormai sono cresciute spero con tutto il cuore di vivere ancora
 

 

Chicchi

24-04-2008
Gazzetta del Mezzogiorno