Ciotti-Vendola, Dialogo sulla legalità

04-03-2007

La costruzione del dialogo, di PasqualeTempesta

Cos’è più costruttivo d’un dialogo. «Amale le parole» abbiamo riletto, appena qualche giorno addietro, nei versi di un caro amico e collega scomparso, Michele Campione. Amale perché sono «testimoni agili / dei tuoi pensieri» e «messaggere arcane del cuore / segni immortali / dell’uomo per fascinazione antica». Dialogo, dunque. Lo scambio, il confronto, lo stesso scontro delle idee è sempre da preferire alla incomunicabilità, alla rinuncia ad un colloquio cordiale, franco o anche polemico che sia.
Lo spunto a considerazioni, peraltro così ovvie, ci è dato da due volumetti che si richiamano all’utilità o, meglio, alla necessità del confronto su argomenti di pressante attualità. Dialogo sulla legalità e Santippe, dialogo sulla felicità. Il primo riporta il dibattito «coinvolgente» e dai toni “appassionati e forti” fra due nomi noti della scena sociale e politica del mostro paese, don Luigi Ciotti (prete «antimafia» per antonomasia) e Nichi Vendola («politico scomodo e di frontiera», esponente della sinistra e attuale presidente della Regione Puglia). Che si confrontano sullo scottante problema della criminalità organizzata. Un fronte sul quale sia l’uno che l’altro sono sempre stati in prima linea. (Vendola, si ricorderà, è stato esponente della Commissione antimafia durante la sua lunga esperienza parlamentare).