Maria Grimaldi Gallinari, Sillabe troncate

01-04-2006

Parole senza freni, di Monica Maggiore


Una valanga di rime, numerato solo come necessità di pausa, per riprender fiato. Come pure necessità di pausa sono gli interrogativi, le domande sorte nei punti d’arrivo di ogni gradino di consapevolezza raggiunto. Maria Grimaldi Gallinari scrive Sillabe troncate come pressante urgenza di dire. Scivolando parole senza freni per la mente, il corpo, il cuore e solo dopo i primi quattordici poemetti diventano gocce sparse tra le pagine orizzontali. parole per combattere se stessa, parole come antidoto per le paure, e ancora parole come una condanna / come se tutto si fosse già detto già consumato già vecchio… parole quasi prive di punteggiature, selvaggiamente stese e volute tali per creare il naturale disegno interiore senza trasformazioni di pensiero, come verità primordiali.
“Ritornare è necessario dove due linee congiunte hanno formato il nodo / dire parola della tua della nostra esistenza documenti d’archivio ritrovati? / ogni esistenza si dice quanto si apre senza muri di silenzio l’involucro che copre…”. Ventidue testi incalzano e coinvolgono nell’affannosa ricerca del senso, che si afferra soltanto ritornando a rileggere i passi. Infine gioca sul bianco delle pagine con l’inchiostro, dove le parole trovano spazi bianchi compagni di silenzi. Dolori, urli, pause” Non sempre il dire può tradurre momenti.