Alla riscossa terroni
Alla riscossa terroni
Il caso Puglia
Giuseppe Vacca
Ciascuno al Sud pianti il suo albero
«Terrone» è sempre stato il marchio d’infamia con cui al Nord hanno accolto, si fa per dire, i contadini meridionali della seconda grande emigrazione, le valigie di cartone dopo i bastimenti per terre assai lontane, la «puttana» della Merica che come dicevano le nostre vedove bianche se li prendeva tutti. «Terrone» appunto per il «persistere di incomprensioni e pregiudizi inveterati, d’una connotazione spregiativa». I meridionali reagivano affibbiando un «polentoni» ai settentrionali, mangiatori di polenta, non il più fine approccio né alla buona tavola né alla vita. Quei contadini senza i quali, lo sanno anche i signori polentoni, la grande industria del Nord non sarebbe mai diventata grande, anzi non sarebbe diventato grande il Nord. C’era una povertà allegra in quei contadini che forse con la malinconia si disperse nelle nebbie. Una condizione che avrebbe meritato rispetto invece che dileggio, se soltanto i Brambilla pur eroi del «miracolo economico» avessero conosciuto qualche pagina giusta, fossero scesi per un po’ all’inferno come quei cafoni per capirli. Fu il vecchio contadino Tommaso Mascolo a raccontare la storia del Cafone all’inferno (1953) a Tommaso Fiore.
Una volta un cafone, volando in cielo per l’ultimo viaggio, disse: «Io credo che un posticino in paradiso lo troverò, se è vero che chi soffre sulla terra poi gode in cielo. Ho lavorato cinquant’anni in queste masserie». Ma san Pietro lo guardò dal finestrino e non gli aprì. Allora scese al Purgatorio, bussò tre volte ma anche qui nessuno aprì. E così decise di scendere più giù, alle porte dell’inferno. Lucifero lo accolse pieno di affetto. Si sdraiò su un divano: «Finalmente un luogo riposante dove si gode». Ma come, sobbalzarono i diavoli, significa che c’è un posto peggiore di questo? E andarono a dirlo a Satana, il quale piccato dalla concorrenza gli chiese da dove venisse. «Dal Tavoliere delle Puglie». Satana mandò in perlustrazione uno dei suoi. Il quale, tornato distrutto, confermò: il vero inferno è lì. Allora Satana ordinò lo sloggio nel Tavoliere: non avrebbe più rischiato un inferno peggiore di quello...