Giovanni Maurizi è nato nelle Marche, a Fermo.
Dal 1966 vive a Bologna dove ha frequentato l’Università, ha insegnato e attualmente lavora in una biblioteca comunale.
Si è avvicinato alla poesia negli anni Ottanta grazie a Roberto Roversi.
Primi versi
La notturna – un nulla – che accentra
sul soffitto la sua luce violacea
ricorda altre luci – e l’altra
notturna che proietta richiami
discordanti come qui ora
ancora questo identico nulla.
La via
Se m’accordo alla traccia del silenzio
devo seguire allora
il filo dei lampioni
nella luce biancastra che divora
gli oggetti, la mia figura umana
e qualche spigolo che resta
indigesto a quella forza ustoria,
in quest’ora di paura resiste
la speranza di trovare la via.
Ricordo quando nel ’52
mia madre m’incaricò
di comprarle tre edelweiss,
era la prima volta e non ebbi paura,
mi lasciai guidare con fiducia
fino alla tabaccheria
dalle lampadine che splendevano
all’angolo dei vicoli
come soli minuscoli
nella notte, era facile in quel tempo
non smarrirsi, i segni erano precisi,
infallibili. Ma ora tra rotte
analogie il percorso si perde
imbrogliato in rimandi speculari,
sono imbronciati o forse sorridono
i miei lari. Non so come raggiungervi.
M’illudo che procedere,
il solo mezzo che adesso è accordato,
sia l’unico modo per rivolgersi,
se nel poco futuro che rimane
si possa ritrovare,
scomposto e ricomposto, il passato –
se questo crudele staccarsi sia
la via per ritrovarsi.