Teatro instabile
Teatro instabile
L’assidua riflessione sulla condizione umana matura in queste poesie l’amara convinzione che la vita non sia niente più di un teatro, appunto, instabile, un gioco crudelmente pieno di trucchi, di barbe finte – anche quella del padre eterno che “non c’è ma esiste” –, niente più di un “coro di monologhi”.
Angelo Lamberti è poeta e drammaturgo. Vive a Porto Mantovano. Ha pubblicato le raccolte di poesia Il vizio di essere (1998), Signore, dice Umberto… (1999), Eclisse di stella (2000), Non fu possibile diversamente (2002), Lo zero per quel che vale (2004), La lima nel pane (2006).
PRIMI VERSI
Stramberie del luogo
bicchiere dopo bicchiere
si beve in paese alla salute
della poesia a forma di prosa
e la pretesa è estesa allo straniero
che non intende
le stramberie del luogo
e non ha mai visto il viso
della sposa
Figlio mio
Figlio mio, prova un po’ ad immaginare
di avere anche tu un figlio che dice
le orribili cose che tu dici a tuo padre.
In dissonante contrappunto abbiamo incrinato
le vetrate di un segreto
: per noi mai esistito.
Pensando ad altro
Quel passero era proprio uno stupido.
L’aveva visto scendere verso il basso
e colpire il parabrezza lasciandogli
una striscia di sangue e di piume.
Era successo da un momento all’altro
ma lui sapeva di aver accelerato
per poterlo colpire.
Poi assorto alla strada
(e pensando ad altro)
è andato in fondo al viaggio.
Il perché dell’oltraggio
acrobazia di sciarada.