Massimo Dicecca, Il libro dell'inquietudine di Biagio Miraglia

06-02-2010

L'inquietudine di Biagio Miraglia, di Felice Blasi

Ispirato già dal titolo al “Libro dell’inquietudine di Bernardo Soares” di Fernando Pessoa, di un Pessoa che incrocia Borges, questo romanzo del napoletano, foggiano di adozione, Massimo Dicecca è scritto come un giallo e affronta i temi classici dell’identità e del doppio: il protagonista cerca se stesso attraverso un personaggio storico, il poeta e patriota calabrese Biagio Miraglia (1823-1885), segretario particolare di Cavour inviato a Napoli nel 1860 con la missione segreta di incontrare Garibaldi per indurlo alla moderazione, a non muovere le sue truppe contro il Papa e a cedere il conquistato Regno di Napoli ai piemontesi. Sarebbe stato Miraglia la persona a cui Garibaldi disse il famoso “obbedisco”, dato ormai per certo che non fu pronunciato il 26 ottobre nell’incontro con Vittorio Emanuele a Teano. Per il successo della sua missione, Miraglia fu ricompensato con onori ed incarichi, tra cui quello di prefetto di Bari. Ma fu un uomo deluso da un’Italia così diversa da quella che aveva idealizzato negli anni di lotte, fughe, esilio e prigionia: la sua inquietudine fu la disillusione di tanti meridionali, frustrati nei loro sentimenti nazionali.