Ero io su quel ponte

Ero io su quel ponte

sottotitolo
Il crollo del 31 maggio 1939 XVII Era Fascista
copertina
anno
2019
Collana
Categoria
pagine
200
isbn
978-88-6266-915-3
14,25 €
Titolo
Ero io su quel ponte
Prezzo
15,00 €
ISBN
978-88-6266-915-3
€8.99
nota
Secondo classificato al Premio Augusto Monti 2020

Camerata Arduino Giovanni, 14 anni appena compiuti, presente! La mia bicicletta è stata recuperata subito, per il mio corpo c’è voluto un po’ più di tempo. Morto ero morto, niente da dire, però, se mi avessero ripescato subito, avrei avuto il mio bel funerale fascista, con la sfilata, i labari abbrunati e il grido “Camerata Arduino, presente!”. Il 18 agosto era troppo tardi, avevano tutti la testa altrove, pochi giorni dopo Francia e Gran Bretagna avrebbero dichiarato guerra alla Germania. Avrei tanto voluto essere arruolato, combattere in prima linea, compiere gesta eroiche, guadagnare medaglie al valore. Il destino ha deciso diversamente.

 
 

Mercoledì 31 maggio 1939, ore 14.15, crolla il Ponte di Moncalieri.
Sono trascorse appena due settimane da quando ci è passato sopra Mussolini, è una via strategica perché consente agli abitanti della cittadina piemontese, 21.000 anime, di arrivare a Torino e al Lingotto, dove in tanti lavorano.
È una strada molto trafficata, e negli ultimi anni dal letto del fiume Po che il ponte sovrasta viene prelevata la sabbia che serve al rifacimento di via Roma, una delle principali di Torino. Da alcuni mesi il ponte lancia ripetuti segnali d'allarme, e infatti in quel momento il transito di veicoli è bloccato; ma non quello di pedoni e biciclette.
Nel crollo muoiono in nove - il più giovane, Giovanni, ha quattordici anni -, altri cinque restano feriti; alcuni cadaveri saranno recuperati soltanto ad agosto, perché è troppo pericoloso avviare le ricerche.
Bruno Gambarotta ricostruisce la vicenda, con i suoi risvolti drammatici e quelli grotteschi, attraverso le pagine dei giornali dell'epoca e i documenti delle autorità, ascoltando i testimoni sopravvissuti, e dando voce alle vittime che, come in Spoon River, tornano per raccontare in prima persona la loro storia.
La rievocazione di questa tragedia, grazie alla penna ironica di Gambarotta, diventa un vero romanzo corale sulla storia, sulla fatalità, sull'incrocio dei destini.
 

 

Guarda qui l'intervista all'autore fatta dall'Associazione Cultura e sviluppo