Emilia Santoro, La sparizione

01-06-2007
Una porta sulla magia, di Anna Montefusco

Emilia Santoro ha scritto un libro piccolo nel quale si entra da una traversa come porta d’ingresso sulla magia delle parole che si fanno racconto. Nella sua brevità il tempo si dilata e offre larghezza sufficiente a contenere una sparizione, un dissolvimento lento e graduale che toccherà l’apice nel nulla primordiale in cui si ritroverà il signor Alfonsino, che realizza il suo progetto di svanire. In un sud arroventato, la traversa Cupa Dormiglione è l’ombra necessaria per non soccombere, e lo sanno bene i suoi abitanti rannicchiati nel suo lungo e tortuoso ventre a difendersi dai raggi della vita che misura per loro un tempo sfalsato, arenato su una molle clessidra. E così, lontano dalla città madre, il paese rimarca la distanza di appendice conservando i ricordi che, allungati con la fantasia, si fanno “cunti” a spalancare occhi e bocche di bambini. E allora anche la montagna si fa incantata e presta il suo generoso grembo vuoto al vento che lì ripara dopo avere avvolto la traversa in una spirale di terra profumata. Storie di guerra, di santi protettori e di miracoli, di farfalle che danzano e volpi che parlano: storie magiche tirate fuori dal cilindro dei ricordi per sottrarle alla dimenticanza, estratte alla rinfusa con necessità di riordino. Come pezze da riattaccare per ricucire il buco dell’abbandono e riscattare l’identità delle origini di un paese che è rimasto sospeso.
Il signor Alfonsino è memoria e custode di queste e altre verità, conosce il segreto della montagna vuota e il linguaggio dei topi, conosce l’atrocità della guerra e la nostalgia per il mare: abbastanza per decidere di sparire, di assottigliarsi fino a svaporare e tornare al mare per farsi pesce.
La poesia accompagna le parole senza mai perderle di vista, le svuota dell’eccesso e le riveste di musicalità, senza fare danno al contenuto che rimane forte e chiaro come nell’intento dell’autrice. Un libro che si fa piccolo contenitore di grandi eventi ma che si legge come una fiaba e potrebbe iniziare proprio con........ “C’era una volta un paese dimenticato del sud".