Memoriale delle caverne
Memoriale delle caverne
Complice una nonna in odor di stregoneria, il piccolo Pietro e la cugina Neda, per salvarsi da un rastrellamento nazifascista, si rifugiano nelle grotte del Limidario, tra la Val Cannobina e la Svizzera. Lontani da tutto, vivono come selvaggi e primitivi, ignorando la fine della guerra finché, morta Neda, Pietro adulto viene ritrovato e restituito al Terzo millennio, ad un Occidente cyber-globale… È una storia appassionante, metafora civile e politica, con una scrittura che trascina e alterna alla voce narrante i l diario del protagonista dall’incredibile, ostinata e cieca voglia di vita.
Ronfani: "Non credo ai premi"
"Non credo nei premi letterari per una ragione di ordine generale e filosofica: l'incontro del libro col lettore è sempre un incontro personale", ha dichiarato ieri pomeriggio Ugo Ronfani, tra i finalisti del Premio Città di Bari. Lo scrittore-giornalista sembra rievocare la polemica di Sepulveda, echeggiata qui lo scorso anno. "Purtroppo i premi lettereari sono diventati uno dei tanti aspetti del marketing editoriale per cui ci sono delle alterazioni promozionali, delle pressioni indebite, la messa in campo di falsi valori. C'è una comprensibile concorrenza tra i grandi editori che non è di alto valore mentre i piccoli non riescono a superare il 'muro del suono' della programmazione e della pubblicità dei loro testi".
da "La Gazzetta del Mezzogiorno", 21 luglio 2006