In questa nuova raccolta poetica affiorano due tipi di suggestioni. Tutte e due giocose e leggere. Quella italiana dei Vito Riviello, Toti Scialoja, Gianni Rodari, Totò. E quella americana dei Carl Sandburg, Frank O’Hara, E.E. Cummings. Più un’estetica visionaria e comica che è delle strisce dei Peanuts o di certi cartoni animati della Warner Bros che son stati assai importanti nella mia formazione poetica. Trovo illeggibile gran parte della poesia contemporanea, noiosa e sussiegosa. Se la poesia è questa solita, prevedibile accademia, insomma, l’implacabile poesia dei professori, beh, posso tranquillamente dichiarare che io la poesia la odio. Che il genere è degenerato. Che per restituirle un po’ di vitalità, occorre sporcarla col linguaggio quotidiano, contaminarla con quello che ogni giorno vediamo, ascoltiamo, diciamo. Che serve sempre più invenzione, gioco, feroce autoironia.
G. T.
PRIMI VERSI
Cuore di pietra
Cara geologa
dal cuore di pietra
per fortuna
hai un corpo morbido
a cui dedico almeno
una pippa al giorno.
alla maniera di Nazim Hikmet
Le più belle tra tutte le tette
son quelle che non sfiorammo.
La più sexy tra tutte le fighe
è quella che non scopammo.
La più riuscita tra tutte le fughe
fu quella che non tentammo.
Utilitarismo alcolico
Il bicchiere mi serve
per la verve.
La bottiglia
per dimenticare
che per bere
mi tocca lavorare.
Spiritual
Le cose dello spirito
le cerco in enoteca.
È un lusso e un rito
come andare in pinacoteca.
Il Lupo di Dubbio
Il Lupo di Dubbio
con una pelliccia
di cincillà
tormentato nella neve
oscilla di qua e di là
tra santità e animalità.