Polvere del bene
Polvere del bene
Il lettore troverà nel testo poetico, scandito in capitoli, una ricchezza insolita, perché l’autore non si limita a registrare eventi – stazioni talora dolenti di un’intera vita – e a lasciarsi traghettare da questi come un corpo inerte. Accetta invece la sfida dell’esistere, si logora nel confronto, sapendo che si può anche soccombere. Purché si salvi almeno un’idea o un’emozione, all’insegna di una ricerca conoscitiva compiuta passo dopo passo, senza affanni. Il che si traduce in una costante carica empatica che tiene coinvolti fino all’ultima pagina, sul filo della narrazione.
Giacomo Leronni è nato nel 1963 a Gioia del Colle dove vive e insegna Poesia presso l’Università della Terza Età.
Laureato in lingue e letterature straniere, è docente di Francese nella scuola media di Turi.
Ha pubblicato poesie su riviste nazionali e ha partecipato, nel 1999, al convegno/laboratorio RicercaRE, a Reggio Emilia. Questa è la sua prima raccolta.
http://digilander.libero.it/viakramer/disincanto.html#Polvere_del_bene_di_Giacomo_Leronni
PRIMI VERSI
Indugia, la polvere.
Pondera il segno
la cifra da censire
nell’intrico dei fini
voce renitente
che impatta la scarpata
e presto regredisce.
A chi concederla
per dove approssimare il buio
in quale solco
disperdere l’ardire?
Nient’altro appaga
– se prestito o indizio
seme dell’enigma –
come la consegna
di un vuoto più acceso
se volto all’impensato
ricusi il tuo.